Pmi: Commissione, imprenditori italiani entusiasti per direttiva servizi e network aziende

a cura di Euroreporter.eu

Gli imprenditori italiani hanno accolto con interesse le proposte della Commissione europea per le Pmi, in particolare le iniziative di network d’impresa e la direttiva servizi. Elisabetta Olivi, responsabile  dell’ufficio di rappresentanza europea in Italia, ci spiega le impressioni a caldo di alcune iniziative realizzate nell’ambito della Settimana europea delle piccole e medie imprese. 

Le associazioni europee e gli imprenditori hanno mostrato scetticismo verso le proposte a misura di Pmi presentate dalla Commissione europea, confessando che il principale timore sia che tutto cambi, ma solo sulla carta.
Quello che ho visto partecipando alle iniziative presentate in Italia, nell’ambito della settimana europea delle Pmi, è che gli imprenditori sono molto positivi nei confronti delle proposte e delle linee guida presentate dalla Commissione europea: a partire dalle proposte legislative fino al sostegno dimostrato per la creazione delle reti d’impresa. Molto ben accolte anche le iniziative che puntano al networking e la linea dell’Ue di dare priorità alle reti di imprese. Un ruolo fondamentale lo hanno giocato le associazioni di categoria che si sono dimostrate particolarmente attive nel contribuire al successo delle iniziative europee. Unioncamere ha deciso di inquadrare la giornata dell’economia, che ha luogo tutti gli anni in tutte le province italiane, nella settimana delle Pmi, dando così una grande risonanza agli aspetti europei.

Quali sono i principali problemi denunciati dagli imprenditori?
Senza dubbio la crisi e l’angoscia nel cercare di venirne fuori. Per esempio sono intervenuta al convegno “Il futuro oltre la crisi: Reggio Emilia guarda all’Europa” organizzato nell’ambito della settimana dell’Economia di UNIONCAMERE. La soluzione che hanno avanzato alcuni imprenditori nel corso dell’evento emiliano è quella di fare sistema a livello territoriale e locale. C’è la consapevolezza che in questo momento farsi concorrenza e farsi guerra tra loro ridurrebbe tutto ad una guerra tra poveri.

Ma questo non rischia di chiudere il sistema imprese a livello nazionale e di non replicare le esperienze delle reti di impresa a livello europeo?
C’è un sentimento di chiusura, non c’è uno slancio spontaneo per l’internazionalizzazione dell’impresa. E’ per questo che la Commissione europea è intervenuta con numerosissime iniziative a sostegno delle reti di impresa, prime fra tutte l’Enterprise europe network.

Quali invece sono le opportunità date dalla Commissione europea che più sono state apprezzate dalle Pmi?
L’interesse principale è per la direttiva servizi che dovrebbe essere messa in atto quest’anno. Ho ricevuto molte chiamate per chiarimenti da parte delle Pmi sulla questione, essendo un problema centrale per l’imprenditoria. La direttiva cambierebbe tutta la legislazione italiana attraverso un’enorme semplificazione per la libertà di stabilimento e la concessione di servizi. Le faccio un esempio, se si vuole aprire un’attività, un negozio di parrucchieri allora è necessario ottenere una serie di autorizzazioni e permessi da parte delle autorità predisposte per permettere l’avviamento e il funzionamento dell’attività commerciale. La Direttiva sui servizi impone uno sportello unico per cui si riduce la mole di documenti che l’imprenditore deve gestire, oltre che gli interlocutori a cui deve rivolgersi. E’ un sistema che riduce il carico di lavoro per gli industriali e mette in comunicazione tra loro i diversi uffici e amministrazioni così che saranno loro a sbrigare le pratiche senza che si renda necessario un intervento da parte dell’interessato in ogni passaggio della documentazione da un ufficio all’altro. I servizi ad oggi costituiscono il 20% degli scambi intracomunitari, una percentuale che stenta a crescere frenata dalle barriere al mercato a cui il settore dei servizi è più esposto di altri. Si calcola che l’impatto della direttiva comporterà una crescita tra il 15 e il 35% per scambi e investimenti. La nuova legislazione è un propulsore anche per l’occupazione con aumento prospettato di  600.000 posti di lavoro.

E in Italia come verrebbe attuata?
In Italia si sta studiando un sistema per cui saranno le amministrazioni a comunicare direttamente tra loro senza l’intermediazione dell’imprenditore costretto a correre tra un ufficio e l’altro

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