Più efficienza e Flessibilità dalla svolta open source di Antex/Fis

Il disegno del nuovo portale aveva esigenze tecniche e funzionali che richiedevano una serie di strumenti inclusi in toto nella suite JBoss

Utilizzare degli standard aperti, oltre ad abbassare i budget di investimento, offre al management di un’azienda utente la possibilità di impostare alcuni cardini dello sviluppo che, rendendo indipendenti le piattaforme dalle logiche dei brand, assicurano ai sistemi informativi un nuovo tipo di scalabilità, libera da qualsiasi vincolo tecnologico. Sono queste le motivazioni che hanno spinto Antex/Fis, azienda di servizi operante nell’ambito delle risorse umane, della consulenza finanziaria, assicurativa e legale (con sede a Milano e 700 collaboratori), a introdurre l’open source all’interno del gruppo. Una scelta dettata dall’esperienza positiva pregressa, che il Cio aveva maturato su questo genere di architetture.

«Nel 2006 sono arrivato in azienda con la missione di creare un portale per l’amministrazione del personale – precisa Giorgio Colagrossi, direttore Bu – It di Gruppo Antex / Fis -. Provenivo da una multinazionale americana il cui centro di eccellenza e sviluppo era a Milano e, come responsabile dell’architettura del sistema di gestione del Publishing, avevo deciso di utilizzare JBoss Application Server». Considerate le istanze progettuali e in virtù della familiarità acquisita in merito alle architetture Soa, il manager aveva confermato un orientamento open source anche per il progetto Antex/Fis. L’attivazione del nuovo portale aveva un disegno architetturale tecnologicamente molto complesso, perché prevedeva l’integrazione di un volume di applicazioni consistente, ereditato nel corso di alcuni accorpamenti e fusioni aziendali. «Sarebbe stato molto difficile – prosegue Colagrossi – convincere gli azionisti a stanziare il budget necessario al nuovo piano di sviluppo; nella software selection, infatti, i costi risultavano elevatissimi anche solo per riuscire a impostare un prototipo che riuscisse a validare la soluzione Soa proposta. L’open source ha, invece, consentito, a costi ridottissimi, di costruire un core iniziale con feed back tali da permetterci di costruire negli azionisti la fiducia e il desiderio di investire in It».

Il business aziendale, verticalizzato sull’erogazione di servizi avanzati e resi disponibili sia in modalità Asp che attraverso formule di outsourcing parziale (Silver service) o totale (Golden service), comprendendo anche un modello di Business process outsourcing mediante l’acquisizione del ramo d’azienda del cliente, imponeva ad Antex/Fis la realizzazione di una piattaforma Web avanzata, atta a supportare la quantità dei servizi offerti a catalogo. Questo include diverse voci tra cui la rilevazione presenze, la gestione documentale e l’archiviazione e distribuzione ottica dei documenti, l’analisi multidimensionale e diverse modalità di reportistica manageriale, così come la gestione del budget e del costo del lavoro, delle note spesa, dei fondi integrativi di tipo sanitario e previdenziale.

«Il disegno del nuovo portale – aggiunge Colagrossi – aveva esigenze tecniche e funzionali che richiedevano una serie di strumenti inclusi in toto nella suite JBoss. Una delle nostre specificità progettuali era quella di poter centralizzare la variazione dei dati e di poter definire sia i processi che i flussi di lavoro, per cui l’adozione di strumenti come gli Enterprise Service Bus e Business Process Management della soluzione diventavano la naturale conseguenza di un’impostazione aperta».

Come supporter al progetto, Antex/Fis ha scelto il system integrator Engineering, che l’ha supportato sia in fase di definizione del piano che nelle successive fasi di implementazione e di rilascio. Per la tipologia organizzativa aziendale, infatti, il management non aveva intenzione di sviluppare internamente le competenze sistemistiche per la gestione di una suite che, a detta del Cio, in meno di due anni conta già oltre ventimila login e molteplici applicativi, anche di terze parti, integrati.

«Abbiamo condiviso le valutazioni e le scelte architetturali, attraverso dei prototipi – sottolinea Colagrossi -, e abbiamo avuto un supporto sostanziale nello sviluppo iniziale, particolarmente critico in una fase in cui in azienda non vi erano competenze su tecnologie Soa e sull’ambiente J2Ee». La difficoltà più grande incontrata nella messa in opera dell’infrastruttura open source è stata quella di identificare le giuste versioni e configurazioni. Affrontando insieme a Engineering le problematiche di tuning e ottimizzazione, il management è riuscito a risolvere le criticità legate alla fase di sviluppo.

I benefici registrati, grazie alla nuova svolta architetturale, sono stati definiti eccellenti, in termini di efficienza, performance e flessibilità nel tempo.

«Anche se l’open source è stato un’esperienza penalizzante sulla parte di configurazione e di velocità di sviluppo – conclude Colagrossi – funzionalmente la nuova piattaforma aperta ha risposto egregiamente a tutti i nostri requisiti. L’architettura Soa open source based, anche se non ha strumenti grafici di modellizzazione paragonabili alle soluzioni pacchettizzate, ci ha permesso in tempi rapidi di integrare prodotti di terze parti, consentendoci, attraverso accordi strategici con aziende anche molto importanti, di colmare la mancanza di funzionalità offerte dai prodotti di proprietà di Antex/Fis. Pur avendo portato in azienda skill e best practice open source, a tutt’oggi preferiamo avvalerci di partner, soprattutto nella fase di sviluppo e di gestione sistemistica dell’architettura».

Tra i progetti futuri, è in cantiere la realizzazione delle aree di gestione relativa ai documenti interni e a quelli pubblicati da aziende clienti, mentre in una seconda fase, il Business process management potrà essere utilizzato anche per la gestione dei processi e dei vari workload interni, confermando la riusabilità della progettazione come valore aggiunto.

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