Phonebloks: l’open smartphone modulare sta arrivando

Il 29 ottobre il mondo dei digital device cambierà per sempre, in chiave open. Parola di Dave Hakkens.

I dispositivi elettronici non sono progettati per durare, lo si sa. Questa scelta è stata fatta per vari motivi, non tutti negativi. Ma fa ormai parte del passato, almeno secondo Phonebloks, che propone un redesign completo, in chiave open hardware, di smartphone, tablet e sulla carta anche altri tipi di device digitale (il bellissimo video illustrativo è disponibile qui).

I telefoni e i pad, più o meno smart, fanno parte di una categoria di dispositivi integrati. Non sono modulari come il pc desktop, composto di parti singole, per cui se una componente si danneggia o diventa inadeguata può essere sostituita; e se emerge una nuova necessità, la si può facilmente aggiungere.
Nei dispositivi integrati qualsiasi danno o inadeguatezza si traduce nell’eliminazione integrale del vecchio dispositivo e nell’acquisto di un sostituto adeguato, quale che sia il problema in sé, da un tasto al microprocessore.

Finora gli smartphone e i tablet sono stati solo di tipo integrato. Questa scelta garantisce economie di scala, migliori prestazioni (anche ergonomiche) e massimi utili al venditore, soprattutto in caso di sostituzione. Molti motivi sono di tipo ingegneristico: il massimo delle prestazioni complessive derivano da studi particolari che riducono al massimo lo spazio necessario per le componenti sagomabili (tipicamente la batteria, ma anche lo stesso case) per poter alloggiare componenti difficili o impossibili da sagomare (il processore, lo schermo).

Non sarebbe straordinario avere uno smartphone modulare? Certamente sì, ma ci vuole una mente particolare per coordinare un simile sogno, per di più nella crowd. Dave Hakkens, innovatore olandese, si sta cimentando con il progetto Phoneblok: dopo averlo annunciato sulla Cnn, su Al Jazzera e su canali di casa (olandesi), rilascerà informazioni il prossimo 29 ottobre. La proposta di Hakkens è particolarmente interessante, perché permetterebbe a progettisti e costruttori di entrare nel mercato con un proprio componente di qualsiasi tipo, che rende unico l’intero device. I moduli potranno essere venduti attraverso l’immancabile store, un modello di business partito nel software ma ormai al centro anche dell’open hardware.


Verifica fattibilità

Nei commenti e in rete c’è molta curiosità sulla fattibilità del progetto. Una scheda madre di nuova concezione metterebbe in contatto tra di loro i singoli moduli. Garantire leggerezza e prestazioni senza un progetto specifico sembra al di fuori della tecnologia odierna, ma la vista sistemica non è mai una sola.
Certo si tratterebbe di un deciso passo in avanti in svariati settori- Per comprenderne la portata del progetto Phonebloks basta pensare a moduli di encryption per qualsiasi funzione (comunicazioni, memoria) che potrebbero essere utili sia per il grande pubblico, sia per piccoli lotti ad uso di singole aziende. Ovviamente la stessa libertà si avrebbe anche per il sistema operativo, che potrebbe essere scelto tra quelli esistenti (se portati sulla piattaforma) o anche riscritto da zero.

Un effetto collaterale dei dispositivi digitali in generale e degli smartphone in particolare è che diventano presto rifiuti, peraltro del tipo più difficile da smaltire e quindi potenzialmente molto pericolosi per l’ambiente.
La quantità di rifiuti tossici che non verrebbero mai prodotti è incalcolabile, più o meno nello stesso ordine di grandezza dei profitti da cancellare per i produttori di componenti (chip, batterie) e gli assemblatori di device.

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