Per il governo la banda larga può attendere

Gianni Letta gela le speranze sugli 800 milioni. Ci siamo presi una pausa di riflessione

Stop alla banda larga. Mentre a Milano proprio ieri in una tavola rotonda allo Iab Forum si discuteva sull’esistenza dei famosi 800 milioni destinati all’Internet veloce, da Roma è arrivata la certezza che quei soldi per il momento sono destinati ad altro.


Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha dichiarato che “I soldi non li abbiamo né dirottati, né sciupati ci siamo presi un momento di riflessione e di analisi in funzione della diversa scala di priorità che poteva nascere dalla crisi”.


Letta ha spiegato che gli 800 milioni ancora non approvati dal Cipe verranno stanziati “quando avremo la certezza che quelle risorse non serviranno per la protezione sociale o per l’occupazione, che sono le nostre principali priorità”. Superata la crisi, ha concluso Letta, “allora la prima delle nostre priorità sarà la banda larga, che può essere motore di sviluppo del nostro Paese”.


Aveva dunque ragione Il presidente di TelecomItalia Gabriele Galateri quando qualche tempo fa in un convegno ha raccontato di essere stato posto di fronte al difficile dilemma “Volete la banda larga o i vaccini?”.


Un’opinione indirettamente confermata anche da altri addetti ai lavori che segnalavano come “poco positivi” i primi segnali che arrivavano per l’Ict dalla legge Finanziaria.



Qualcuno sperava nell’arrivo dei soldi dello scudo fiscale, ma la dichiarazione di Gianni Letta gela qualsiasi speranza. La banda larga non fa parte dell’exit strategy anche se rimane motore fondamentale dello sviluppo.

Intanto dilaga il pessimismo per quanto riguarda il finanziamento dell’80% (il 20% c’era già almeno sulla carta) del progetto eGov 2012 di Brunetta.

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