Per Idc meglio cambiare il licensing

Secondo la società di ricerca, sia i produttori, sia i clienti, sono oggi pronti a un nuovo modello di contratto, che fa propri i concetti dell’utility computing e dell’on-demand. Ma forse è ancora privo di reali strumenti di misurazione.

24 marzo 2004 In base a quanto risulta da un’indagine
recentemente condotta da Idc presso i produttori
software e presso i loro clienti, sembrerebbe che il sistema di licensing
oggi più diffuso, basato su una sorta di contratto perpetuo, sia presto
destinato a lasciare spazio a nuove declinazioni, più simili all’idea di
abbonamento.
Il cambiamento secondo Idc dovrebbe avvenire in tempi brevi e in
modo piuttosto veloce, soprattutto in considerazione del fatto che sia i vendor
sia i loro clienti si dichiarano oggi convinti che il sistema in uso non
funziona e non corrisponde alle esigenze reali dell’una e dall’altra
parte.
Meglio allora una formula di abbonamento flessibile, che si estenda
nell’arco di più anni. Flessibile, ma nel contempo semplificata rispetto ad
alcune complessità attualmente denunciate.
Per i produttori, tutto questo si
tradurrebbe in una maggiore predittibilità dei loro flussi finanziari, mentre
per i clienti il vantaggio più evidente starebbe nella possibilità di meglio
modulare le spese e gli investimenti.
Va detto però che se da un lato questo
studio spezza una lancia in favore di tutto quanto ha a che fare con utility
computing e on demand, in realtà mette anche in evidenza come sul fronte
software manchino di fatto tutti gli strumenti e i tool necessari a una corretta
misurazione dell’utilizzo delle risorse che invece esistono sul fronte
software.
E per altro lo studio mette anche in evidenza come finora
il
passo più concreto in questa nuova direzione, che guarda più alla maintenance e
all’utilizzo che alla licenza vera e propria, sia stato fatto da Microsoft, con
il suo programma di Software Assurance, se pure con tutti i limiti che ne fanno
una proposta suscettibile di parecchie critiche.
Lo studio di Idc evidenzia
anche come da parte dei clienti vi sia una generalizzata fiducia nei benefici
che deriveranno dall’adozione dell’open source, non ultimo quelli legati a una
riduzione dei costi medi legati al licensing.

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