Per dire addio al digital divide occorre rivedere il quadro normativo

Anfov individua gli sviluppi normativi necessari a promuovere l’utilizzo delle più avanzate tecniche per la posa di cavi in fibra ottica e superare i ritardi accumulati dal nostro Paese.

Da tempo Anfov è impegnata a richiamare l’attenzione sul fatto che lo sviluppo del networking di nuova generazione (NGN) è determinante per il superamento del digital divide che sta penalizzando l’Italia. Uno sviluppo che, secondo quanto ribadito dall’associazione in più occasione, è fortemente rallentato da un quadro normativo inadeguato caratterizzato da norme superate o disapplicate. In questo studio Anfov individua per ciascuna delle tecniche più avanzate di posa dei cavi, gli interventi normativi necessari.

Scavo con minitrincea – Si tratta di uno scavo largo 5/15 centimetri e profondo solo 30/40 centimetri che riduce le dimensioni dei cantieri e ne limita la durata ad una sola giornata. Secondo Anfov occorre modificare l’art. 66 comma 3 del DPR 610 del 1996 e aggiornare le norme Unicei 70030 in modo da consentire la riduzione della profondità di scavo da un metro a 30 centimetri nella quasi totalità dei casi. Sono da rivedere anche le normative comunali per il ripristino del manto stradale in modo che sia possibile evitare il ripristino superficiale della pavimentazione, visto che tale tecnica permette il riempimento della trincea utilizzando materiali con caratteristiche simili o superiori a quelle del materiale rimosso. Infine, Anfov auspica anche che venga introdotta una norma in cui si stabilisca che l’ente proprietario della strada è obbligato a concedere l’autorizzazione allo scavo.

Scavo con tecniche no-dig – La perforazione orizzontale guidata limita o annulla il ricorso a scavi a cielo aperto ed è necessaria nei casi in cui, ad esempio l’attraversamento di fiumi o massicciate, l’esecuzione dei lavori non deve limitare la viabilità o compromettere le pavimentazioni di pregio dei centri storici. In questo caso, occorrerebbe limitare i documenti da presentare alla sola DIA ed eliminare gli oneri per ottenere l’autorizzazione ai lavori.

Utilizzo di infrastrutture di terzi – Dal’ottimizzazione dell’utilizzo delle infrastrutture dipendono importanti economie in termini di costi e di tempi di realizzazione. Affinché ciò sia possibile occorre installare sottotubazioni di tipo e dimensioni standard, gestire lo spazio disponibile nelle infrastrutture in base alle dimensioni e allo stato di occupazione, creare infrastrutture ausiliarie (ad esempio, i pozzetti) per i cavi in fibra ottica, che potranno essere condivisi da più operatori di Tlc. Ancora una volta, la fattibilità tecnica cozza contro l’inadeguatezza normativa, visto che, come sottolinea Anfov, occorrerebbe rivedere la legge 133/08 per ottenere che le infrastrutture pubbliche di nuova costruzione vengano realizzate rispettando questi criteri.

Posa su pali – In alcune aree soltanto le tecniche aeree sono le uniche assicurano la fattibilità tecnico/economica dell’installazione della fibra ottica. La legge da rivedere è il Dpr 610 del 1996 introducendo la possibilità di agire in deroga al divieto di palificare nelle immediate adiacenze della carreggiata e aprendo la strada a soluzioni in grado di garantire la necessaria stabilità

Installazione sulla facciata degli edifici, nei corridoi delle cantine e nelle parti comuni degli stabili – L’obiettivo è quello di limitare la proliferazione di infrastrutture. L’installazione dei cavi in fibra ottica sulle facciate utilizzando percorsi esistenti o anche creandone di nuovi facilita il raggiungimento delle abitazioni e la congiunzione delle tratte esitenti. Inoltre, tenuto conto che i nuovi cavi sono tutti dielettrici, osserva Anfov, esistono le condizioni di sicurezza per permetter di sfruttare i percorsi aerei di altri sottoservizi (illuminazione pubblica, discese di grondaie o altro) per la posa dei cavi. A questo scopo basterebbe rendere effettivo il rispetto e semplificare l’applicazione delle previsioni contenute negli artt. 90, 91 e 92 del D. Lgs 259 del 2003.

Nuove costruzioni / ristrutturazioni – Se è vero che stiamo diventando, o già siamo una società multimediale, allora sarebbe buona regola prevedere infrastrutture verticali per le connessioni Ftth concepite in modo da consentire successivi adeguamenti del cablaggio. Tali infrastrutture dovrebbero essere conformi alle raccomandazioni contenute nella Guida Cei 306-2 “Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali”. In questo caso l’intervento del legislatore dovrebbe essere finalizzato ad imporre ai costruttori l’obbligo di prevedere nei nuovi edifici e nelle ristrutturazioni infrastrutture di precablaggio per la fibra ottica.

Permessi – Occorrerebbe semplificare le procedure unificando le richieste di permessi per la realizzazione delle infrastrutture, rafforzando il concetto di “silenzio-assenso” (art. 88 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche) e riportando tali attività nell’ambito delle infrastrutture relative a servizi di pubblica utilità previsto dalla legge 133 del 2008.

Tasse in ambito locale – Comuni e Enti locali dovrebbero equiparare gli oneri a quanto previsto per tutti i servizi di pubblica utilità, rendendo effettiva la previsione dell’art 93 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche. L’importo delle eventuali tasse o canoni (TOSAP/COSAP) deve essere calcolato sull’effettiva entità dell’occupazione del suolo pubblico che, nel caso di tecniche No-Dig o di Minitrincea, è estremamente limitata. Per la TOSAP/COSAP temporanea occorre disporre di tariffe omogenee, uniformi e delle riduzioni introdotte dal D. Lgs. 507 del 1993.

Normative tecniche a carattere locale – L’adozione di un “Regolamento Scavi” di riferimento per comuni e aree servirebbe a porre rimedio alla proliferazione delle normative locali.

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