PC, uno sguardo al futuro – parte 2

La teoria del penultimo La teoria del penultimo, ovvero della penultima generazione di processori, consiste nello sfruttare le migliori prestazioni possibili di una piattaforma matura o vicina alla fine del suo ciclo di vita e quindi ampiamente scesa d …

La teoria del penultimo
La teoria del penultimo, ovvero della penultima generazione di processori, consiste
nello sfruttare le migliori prestazioni possibili di una piattaforma
matura
o vicina alla fine del suo ciclo di vita e quindi ampiamente
scesa di prezzo, consapevoli che investire nella nuova generazione in arrivo
(o appena uscita) ha un costo assai più elevato.

Inoltre una piattaforma nuova non garantisce neppure maggiore longevità,
come dimostrano i costosissimi Pentium 4 EE (Extreme Edition) e, in minore misura,
gli Athlon 64 FX, entrambi derivati da piattaforme server (Xeon e Opteron) e
adattati, contro la loro natura, a impieghi di gioco.
Facciamo un esempio di penultimo: quando uscì il Pentium 4 e fu chiaro
che era meno veloce di un sistema con doppio Pentium III e che non supportava
configurazioni dual processor, non pochi utenti avveduti si costruirono workstation
biprocessore Pentium III con 1 GB di Sdram, con spesa ridicolmente bassa, prestazioni
eccellenti e longevità superiore alle aspettative.

Oggi la penultima generazione è quella del Pentium 4
(Northwood, 478 pin e 512 KB di cache L2) a 3 GHz e dell’Athlon
64 3000+ o 3200+
(che inoltre supporta l’imminente Windows per
AMD64). I chipset consigliati per queste due piattaforme sono l’865PE
(o il più sofisticato 875P, che supporta memorie ECC e accessi alla memoria
leggermente più veloci) per Pentium 4 e gli nVidia nForce3 e Via K8T800
per l’Athlon 64.

In entrambi i casi la memoria più veloce è la Ddr 400
e potete usare sia gli hard disk Ata che avete in casa, sia i più moderni
Serial Ata (installando i driver e rinunciando alle utility che non li supportano).
Gli attuali chipset supportano un ampio arsenale di periferiche (AGP 8X, Usb
2.0, Firewire, Ata, Sata, e via dicendo) e il vostro PC non diventerà
obsoleto per un bel po’.

Se questa proposta è ancora troppo costosa per le vostre tasche, considerate
un Pentium 4 a 2,4 GHz o un Athlon XP/3000+ con almeno 512
MB di RAM: se oggi avete un PC di parecchi anni fa, vi sembrerà di volare.
Windows XP ha bisogno di almeno 384 MB di RAM per lavorare in memoria, senza
frequenti scambi su disco, con un mix medio-basso di applicazioni aperte.

La dimensione delle applicazioni e soprattutto il numero dei processi in esecuzione
determina il requisito di memoria. Se avete dubbi, aprite Task Manager
e tenete d’occhio la memoria occupata dai processi: vi si potrebbero rizzare
i capelli in testa vedendo i 33 MB di Acrobat Reader, i 40-50 MB dei processi
di gestione di una stampante laser di livello aziendale come la HP 2300d, i
15 MB di un processo di backup delle partizioni (sempre residente) più
le applicazioni vere e proprie (centinaia di MB, quando eseguite contemporaneamente
i pesi massimi di Microsoft, Adobe e Macromedia), le utility di rito (antivirus
ecc.), più il solito assortimento di finestre Explorer e Internet Explorer
(facciamo una sessantina di MB).

In conclusione, è illogico investire in schede madri e processori senza
prevedere almeno 512 MB (1 GB per chi si occupa di grafica) di DDR veloce (Ddr
400, meglio se Cas 2,5) e di qualità. Una visita ai siti di Crucial
(braccio commerciale di Micron Technology), Corsair e Kingston
vi può illuminare sui prezzi e sulle compatibilità tra moduli
DDR e motherboard. Potete acquistare moduli Ddr400 (Pc 3200) da 512 MB (Cas
3) a partire da 85 dollari.

Le altre novità
Abbiamo menzionato il PCI-Express, l’ex 3Gio proposto
da Intel negli anni scorsi per accelerare e unificare i bus principali tra la
CPU e la periferia. I benefici sono evidenti: maggiori prestazioni, maggiore
integrazione, minori dimensioni fisiche (la trasmissione è seriale a
partire da 2,5 Gb/s per ogni linea o “corsia”), protocolli più
efficienti ecc.

Il fatto che a fine anno arrivino schede grafiche PCI-E e memorie DDR II non
significa che l’AGP e le DDR siano in fin di vita. In primo luogo l’attuale
AGP 8X offre prestazioni più che rispettabili e costi ancora da ammortizzare.
In secondo luogo, occorre distinguere tra l’architettura di Intel
e di AMD
. Intel usa ancora il Northbridge come intermediario tra la
CPU e la memoria, pagando il relativo tempo di latenza; AMD ha incorporato il
controller di memoria (a 128 bit su socket 939 e 940, per doppio canale DDR)
su Athlon 64 e Opteron, con vantaggio in prestazioni.

Ecco quindi i motivi per cui AMD non ha fretta di passare alla DDR II, che
utilizzerà probabilmente nel secondo semestre del 2005: 1)
AMD è già in fase di evoluzione da socket 754 a 939 per gli Athlon
64, 2) la maggior frequenza di clock della DDR II inizialmente
potrebbe non compensare i maggiori tempi di latenza rispetto alla DDR, 3)
il controller RAM integrato nelle CPU AMD64 è ottimizzato per
una latenza molto bassa e 4) per avere ampia diffusione di
DDR II a basso costo e buone prestazioni si dovrà comunque attendere
almeno un anno.

Per quanto riguarda il formato dei telai e delle motherboard, questo sembra
al momento un problema di Intel. L’alta dissipazione termica dei nuovi
chip, nonostante i 90 nm, porta nuovi formati (motherboard, zoccolo CPU, dissipatore,
alimentatore, ecc.).

In casa AMD, al contrario, sono circolate anticipazioni sul modesto consumo
dei campioni di CPU a 90 nm, basati sulla tecnologia Soi (Silicon on Insulator)
che riduce le dispersioni di corrente nei transistor. Tutti i produttori di
chipset stanno per offrire modelli che supportano il PCI-Express, sia per CPU
Intel sia per quelle AMD, ma le board per CPU non Intel non avranno bisogno
di passare rapidamente al formato Btx.

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