Pc da 100 dollari: ciclopico sforzo, con quali prospettive?

Un pogramma lodevole, che rischia di scontrarsi con una realtà tutt’altro che semplice. E di arenarvisi.

Lodevole iniziativa quella di Negroponte.
Che ha però un vizio, il
gigantismo.
Spesso infatti quando le Nazioni Unite si muovono non procedono
per piccoli test che servono a verificare sul campo gli effetti reali di una
determinata iniziativa, ma partono con piani ciclopici.
Per esempio nel
settembre del 2000, 189 paesi sottoscrissero l’impegno a dimezzare la povertà,
le malattie e la sottoalimentazione entro il 2015.
Manca ancora parecchio
alla scadenza ma probabilmente pochi di noi sarebbero disposti a scommettere sul
felice esito della faccenda.
Stesso effetto, almeno per quanto ci riguarda,
provoca l’annuncio di Negroponte che venderà ai governi i pc a cento dollari.

I governi ne acquisteranno almeno un milione li daranno alle scuole e di qui
ai ragazzini che ne acquisteranno la proprietà.
Un meccanismo un po’
complicato che prevede un governo onesto (in Africa non sempre succede come
anche in Europa d’altronde), scuole che funzionino e bambini e famiglie pronti a
ricevere un pc che spesso non sanno usare anche perché magari hanno bisogno
molto più urgenti da soddisfare.
Senza contare che se l’Africa è il
continente con la più bassa percentuale di penetrazione di pc fra la
popolazione (2,7%) la ragione sta probabilmente nel fatto che l’infrastruttura
non è adeguata.
Forse sarebbe il caso di partire con piccoli test e
lentamente allargare il tiro.

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