Passepartout pensa a una sede italiana

L’annuncia Stefano Franceschini, presidente della software house sammarinese.

Arriva in sordina l’annuncio di Stefano Franceschini. Al termine di una giornata di lavoro a Riccione interamente dedicata ai partner di canale, il presidente di Passepartout ha palesato l’intenzione di aprire un ufficio commerciale in Italia. «È una decisione che sto ponderando esclusivamente per venire incontro ai nostri partner» spiega il numero uno della software house di San Marino. Dopo la stretta del ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, contro l’evasione fiscale e le false fatturazioni, «sono loro a essere sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza italiana», spiega il manager comprensibilmente preoccupato per un clima che rischia seriamente di scoraggiare anche «chi fosse interessato a diventare un nostro nuovo partner».

Se di branch office si tratterà o se la software house trasferirà in toto le proprie attività di sviluppo in territorio italiano è ancora tutto da stabilire, anche se appare difficile che Franceschini rinunci a cuor leggero ad abbandonare una sede frutto di un investimento costato diversi milioni di euro. La partita è aperta, come il dialogo fra il numero uno di Passepartout e il ministro dell’Industria di San Marino. Uno Stato sovrano che speriamo decida presto da che parte vuole stare scegliendo se puntare su banche e finanziarie o su chi, da vent’anni, sviluppa e produce software sul suo territorio «certamente godendo dei benefici fiscali che gli sono stati concessi», ma anche formando e dando lavoro a quasi 200 persone.

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