Passepartout, il suo software lo testa nel suo albergo

La società possiede un hotel dove prova e migliora la propria soluzione destinata agli alberghi

Da San Marino al mare di Romagna si allunga una piccola Silicon valley, fatta di numerose software house, tutte più o meno d’antan (qualcuna ha più di trenta anni), di piccole dimensioni, dinamiche, creative. Offrono al mercato delle Pmi e dei piccoli uffici professionali software gestionali che, rispetto a quelli delle grandi aziende multinazionali del software, sembrano costruite a pennello per le esigenze del cliente. Tutto merito della vicinanza, geografica, ma soprattutto culturale. Una presenza all’ombra del Titano, sede presso le due torri progettate dal noto architetto Norman Foster, è quella di Passepartout, nata venti anni fa per iniziativa di Stefano Franceschini, oggi guidata dalla moglie Barbara Reffi in qualità di amministratore delegato.


Un percorso anomalo, quello di Barbara, laureata in medicina (specializzata in pediatra, per la precisione), per venti anni medico, prima ospedaliero, poi di base. “Un percorso anomalo fino a un certo punto – dice – Non ho fatto altro che portare e adattare in azienda metodi scientifici, come lo studio dei sintomi e la loro osservazione”.



Se ci mettete poi la sua esperienza nel campo della certificazione della qualità sanitaria, si capisce meglio perché il sistema di gestione della qualità di Passepartout è certificata Iso 9001/2000. Il successo dell’azienda sanmarinese sta nei numeri che la stessa Reffi snocciola con un certo orgoglio: 65 mila utenti, 250 partner sparsi su tutto il territorio nazionale, i 144 collaboratori (20 anni fa erano quattro), un fatturato che cresce del 10% nel 2008, del 15% nel 2009 che pure si annuncia come anno horribilis per l’economia. Una crescita che guarda anche all’estero, soprattutto per supportare le imprese clienti che competono a livello internazionale: ”La nuova versione del nostro Erp è dotata di un motore che permette la traduzione, la localizzazione”. Decisamente originale l’idea che è balenata a Barbara Reffi qualche anno fa. Nata un po’ per scherzo, è diventata un’esperienza che raccoglie molti consensi e simpatie. Il tutto è nato da una constatazione semplice semplice: ”Il settore alberghiero-turistico, anche quello delle piccole realtà, guarda alla tecnologia con molta curiosità, pur non conoscendone fino in fondo tutte le potenzialità per le attività di gestione, booking, contabilità, customer care, servizi sul web, e così via”.



E allora perché non creare una struttura ad hoc. Detto e fatto. Nel marzo del 2005, nasce Ixo, un hotel foresteria con tanto di Ixo Bistrot, un ristorante di cucina internazionale aperto anche al pubblico. Un laboratorio di R&S permanente, dove la società sviluppa e affila il suo Passepartout Hotel, il software per la gestione alberghiera, di cui esiste anche una versione Easy più adatta alle piccole realtà. Oltre alle prenotazioni, operazioni di checkin e checkout, gestione del conto, emissione di documenti discali, il web booking, ecc, il prodotto permette anche la gestione di convegni. L’hotel infatti ha anche un centro congressi e sale per meeting e seminari, dove Passepartout realizza la gran parte dei suoi programmi formativi, anche in modalità e-learning. Le frontiere più recenti di sono il mercati del software as-a-service (“entro il 2011, sarà il 25% del mercato”, sottolinea Reffi), e del wellness. Nel SaaS, la società propone la soluzione Businesspass indirizzato ai commercialisti per le loro attività di contabilità e bilancio. Al mercato del wellness (centri estetici, spa e palestre, che vale l’1,5% del Pil nazionale e sembra non conoscere crisi), invece, è indirizzata Passepartout Beauty, un software che consente di gestire con sale, appuntamenti, operatori e clienti.

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