Passage to India

Anche Computer Associates e Aol trasferiscono in territorio indiano personale e centri di competenza. Con qualche allarmismo negli Sati Uniti per il mantenimento dei livelli occupazionali

29 dicembre 2003 Poca spiritualità e molto business. Il richiamo non viene da Varanasi e neppure dal Gange, ma, evidentemente, dalla disponibilità di forza lavoro competente – si spera – a costi più bassi rispetto agli Stati Uniti.
E così, ultime in ordine di tempo, altre due società americane hanno in questi giorni annunciato l’apertura o il potenziamento dei loro centri di competenza sul territorio indiano.
Computer Associates, che già era presente nel Paese con un centro a Chennai, al quale lavorano circa 500 addetti attivi prevalentemente nelle aree supporto tecnico e vendite, ha reso nota la propria intenzione di aprirne nel corso del 2004 un secondo a Hyderabad, attivo in questo caso nello sviluppo prodotti, al quale dovrebbero lavorare più o meno altri 500 addetti.
In soldoni ciò significa che ai 100 milioni di dollari già investiti dalla società in India, nel giro dei prossimi tre anni se ne aggiungeranno altrettanti.

Una decisione analoga è stata presa da Aol, che ha espresso la propria intenzione di potenziare lo staff già attivo a Bangalore e sta in questo momento assumendo ingengeri software nella regione.
Se la scelta di Computer Associates sembra in questo momento orientata semplicemente al potenziamento dello staff esistente, con una scelta offshore tutto sommato ormai “de rigueur”, la decisione di Aol suscita qualche perplessità in più, in quanto la società starebbe in realtà sostituendo con staff indiano l’esistente staff statunitense.
Ed è evidente che il timore in questo caso riguardi la salvaguardia dei livelli occupazioni negli Stati Uniti.

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