Parte da Cernobbio la “rivoluzione digitale” della Pa europea

Cooperazione fra i vari livelli di governo, integrazione fra pubbliche amministrazioni e importanza degli investimenti tecnologici al centro del dibattito. Premiate le “best pratices” di applicazioni di e-government.

9 luglio 2003 Giorno conclusivo per la Conferenza europea sull’eGovernment
che si è svolta a Cernobbio nella splendida cornice di Villa Erba e che
ha visto la partecipazione di oltre 1.000 delegati, provenienti
da 42 paesi e oltre 25 ministri europei dell’e-government.

A fare da padrone di casa il nostro ministro dell’Innovazione e Tecnologie
Lucio Stanca, che ha presieduto la conferenza assieme a Erkki
Liikanen,
commissario europeo per la Società dell’Informazione.

La “due giorni europea” prende l’avvio a poca distanza dall’inizio
del semestre italiano di presidenza dell’Unione, a sancire il ruolo strategico
delle tecnologie informatiche e telematiche nello sviluppo di una comunità
europea competitiva e aperta. Tre i temi centrali sul tavolo della discussione:
il miglioramento della qualità della vita dei cittadini europei, il ruolo
dell’e-government a sostegno della competitività e la cooperazione
tra i vari livelli di governo.

I lavori sono stati aperti ieri, anche con il contributo del presidente
del Consiglio Berlusconi
che, abbandonando i toni polemici che gli sono
stati propri in sede europea nei giorni scorsi, ha improntato il suo intervento
all’insegna del politically correct, regalando uno dei suoi migliori sorrisi
al momento della premiazione al rappresentante tedesco del servizio on
line della città di Brema, vincitore del primo premio per l’eEurope
award
, il concorso che premiava le migliori applicazioni europee di e-government
e che ha visto la selezione di 65 “best practices” (di cui 13 made
in Italy) fra le 357 applicazioni presentate .
Gli altri due premi sono andati rispettivamente all’Austria (Help, guida
virtuale alle autorità, uffici e istituzioni austriache) e alla Spagna
per il sito sviluppato dall’amministrazione centrale delle imposte.

Oggi è stata la volta della dichiarazione congiunta dei ministri dell’Unione,
un vero e proprio atto politico raccolto in dieci punti, un piano strategico atto
a perseguire gli obiettivi codificati nel piano e-Europe 2005.

Tra i punti salienti l’integrazione tra le pubbliche amministrazioni, ottenibile
attraverso la cooperazione e interoperabilità tra gli Stati membri.
Inoltre è stata sancita l’importanza dell’investimento tecnologico,
evidenziando il grande risparmio che si ottiene sui bilanci degli Stati, sia in
termini di costi e di tempi.
Ma per tutto questo ci vogliono fondi, aspetto più volte
rimarcato nei suoi interventi dal ministro Stanca, che ben conosce il problema
di condurre un dicastero senza portafoglio, tanto che, riferendosi al piano di
azione Tremonti per il rilancio dell’economia Ue ha affermato che “vanno
bene gli stanziamenti per i porti, per gli aeroporti e le autostrade, ma sono
necessari anche i fondi per le infrastrutture digitali che non sono meno importanti
di quelle fisiche
”. Opinione condivisa anche da Marco Tronchetti
Provera
, presidente di Telecom Italia, ospite oggi a Cernobbio, che ha
affermato: ”Avanti con la banda larga, purché a Bruxelles si apra
la strada a una vera competitività, a un sistema libero e aperto. Evitiamo
lobby che frenano lo sviluppo
”.
Comunque, a quanto emerso dalla due giorni, il problema del reperimento fondi
è comune a tutti i paesi dell’Unione, che guardano con molto interesse
alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), per poter finalmente
avviare quella che è stata definita “la rivoluzione digitale della
pubblica amministrazione”.

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