Palm: i conti dopo lo spin off

Una trimestrale in calo, che risente non solo della concorrenza degli smart phone, ma anche dell’anomalia derivante dalla fusione con Handspring e dal concomitante spin off di PalmSource

19 dicembre 2003 Trimestrale un po’ in ombra – e anche abbastanza
complicata, visto che coincide con una serie di mosse strategiche di non poco
rilievo – per Palm, che nel secondo trimestre d’esercizio ha
registrato una perdita di 4,1 milioni di dollari, laddove nel pari periodo
dell’anno precedente aveva registrato un utile di 3,5 milioni di dollari, pari a
12 cent ad azione.
Il fatturato è invece cresciuto da 257,9 a 271,2 milioni
di dollari.
Come accennato all’inizio, è questa una trimestrale un po’ anomala
per la società, in quanto rientrano nelle voci di bilancio due soli mesi di
contribuzione delle attività di PalmSource, oggetto dello spin off di ottobre, e
di conseguenza  un mese di contribuzione di Handspring, integrata negli
asset societari sempre nel mese di ottobre.
Sono calate leggermente le
vendite di dispositivi, che nel trimestre hanno raggiunto 1,4 milioni di unità,
ma il leggero spostamento verso l’alto del prezzo medio unitario ha aiutato a
risollevare il fatturato.
Gli analisti si dichiarano scettici sul fatto che
il periodo natalizio risollevi in modo significativo le vendite, ma l’azienda
mostra molto più ottimismo, sottolineando che nel periodo in esame è comunque
riuscita a guadagnare anche market share. Per altro si dichiara estremamente
fiduciosa rispetto alle prospettive di vendita dei suoi due prodotti di punta
del momento: il Tungsten T3 e il Treo 600, quest’ultimo lo strumento che sta
aiutando l’azienda a farsi spazio sul mercato degli smartphone.
E proprio per
contrastare il costante declino nelle vendite di palmari “unconnected”, Palm si
è dichiarata fortemente intenzionata a stringere nuove alleanze con i carrier
per incoraggiare la diffusione dei prodotti Treo, e disposta a valutare delle
riduzioni per rendere i prodotti più “appetibili”.
Per quanto riguarda
PalmSource, invece, cominciano a farsi più evidenti i frutti dello spin off, che
si traducono in una maggiore disponibilità da parte di altri player a stringere
alleanze, prima giudicate difficili a causa del “peso” del nome Palm.
La più
recente è stata siglata in questi giorni con Research in Motion (Rim),
con la quale PalmSource per svilupperà connectivity support per Palm Os, come
parte del programma Palm Powered Mobile World, annunciato nel corso del
Comdex.

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