Ospedale che vai, radiofrequenza che trovi

La distribuzione automatizzata di dosi unitarie di medicinali, seguiti nel loro percorso dalla farmacia fino in corsia, è possibile grazie ad applicazioni RFID. Calano così gli errori di somministrazione

I commenti negativi sulla Sanità in italia si sprecano, ma qualcosa inizia a muoversi, anche sospinta dalla radiofrequenza. È il caso dell’ospedale Nuovo Morgagni di Forlì che ha adottato il sistema PillPick di Swisslog per la distribuzione automatizzata di medicinali monodose, al fine di monitorare il percorso dei farmaci dal momento dell’ordine alla farmacia ospedaliera fino alla consegna in corsia ai singoli pazienti. Il metodo tradizionale di rifornimento evidenzia, infatti, alcuni punti deboli, come la difficoltà a contenere le spese, il decentramento delle scorte e lo scarso controllo sulle terapie.


Con’l’RFID, invece, i reparti sono in grado di somministrare a ogni degente l’esatta tipologia e quantità di medicinali, che (normalmente venduti in blister da 6, 12 o 24) vengono immagazzinati manualmente all’interno di appositi contenitori chiusi ermeticamente, identificati con un tag (riposto nella parte inferiore della scatola). In base alle richieste di approvvigionamento, il sistema di Swisslog produce bustine monodose che, in relazione alle prescrizioni, vengono assemblate in mazzette e identificate con i dati relativi al nome del farmaco, il principio attivo, il lotto di provenienza e la data di scadenza.


Le scatole possono essere gestite, aperte e riempite esclusivamente in virtù di quanto riscontrato sul tag, aggiornabile in qualsiasi momento. Il contenitore può essere riciclato per un nuovo processo solo quando il tag conferma che è vuoto. Grazie, poi, a controlli incrociati (il paziente, in fase di ricovero, viene dotato di un braccialetto con codice a barre), la persona addetta alla somministrazione dei farmaci è certa di seguire la giusta terapia.


«Oltre che in questa fase – spiega a Linea Edp Antonino Giuffré, responsabile servizio commerciale Swisslog Healthcare Solutions -, l’RFID entra in gioco anche quando l’infermiere deve consegnare i farmaci ai pazienti: grazie a un apparecchio, invia le informazioni necessarie al medico, continuando a creare la traccibilità del farmaco e segnalando le azioni che sta andando a compiere. In ogni momento, quindi, i dottori possono tenere sotto controllo la situazione, con un aggiornamento dei dati in tempo reale. Resta, comunque, il farmacista il soggetto che si deve fare carico di garantire la correttezza delle informazioni inserite nel tag relativamente al farmaco contenuto nella bustina ermeticamente sigillata».


L’esigenza di tecnologie user friendly per facilitare il più possibile medici e infermieri esiste da tempo, «ma è da poco che la tecnologia RFID si è resa fruibile e accessibile per quanto riguarda i costi – dice ancora Giuffré -. Siamo all’inizio della sfida, visto che solo ora si comincia a parlare di una diffusione di massa di queste soluzioni. Il progetto, a matrice italiana, è nato circa dieci anni fa e, per mezzo della radiofrequenza, per la quale ci siamo appoggiati in parte alla bolognese Hi Pro, dà la certezza del percorso compiuto dai medicinali».

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