Orsyp: oggi l’It deve industrializzarsi

Rinnovamento di gamma, ma anche ricerca di nuovi strumenti utili per misurare l’apporto della tecnologia per il business costituiscono oggi il mix propositivo di uno specialista di automazione delle It Operations arrivato alla soglia dei venticinque anni di storia.

La difficoltà per l’It di supportare efficacemente la crescita del business aziendale è vissuta come un problema di primaria importanza da parte dei Cio. Ci sono molti fattori che influiscono su questa percezione. Stephen Mann, senior analyst di Forrester, tende a evidenziare come il numero di servizi di business stia crescendo almeno in proporzione pari alla riduzione dei costi applicata in ambito It: “Molte organizzazioni sono vicine al punto di saturazione – ha spiegato l’analista -. Oppresse dal peso della manutenzione e del supporto ai servizi di business, spesso le strutture It non riescono a soddisfare la domanda di agilità e qualità del servizio. Fenomeni come il cloud e la virtualizzazione non fanno che aumentare la complessità”.

Per ottenere una maggiore produttività dalle attività It, Forrester suggerisce di introdurre economie di scala, ma soprattutto automatizzare il più possibile i carichi di lavoro e i processi, soprattutto quello ripetitivi. Proprio questo è il terreno di elezione di Orsyp, che ha da poco annunciato la versione 6 del proprio prodotto di punta, Dollar Universe, soluzione di enterprise schedulino per l’automazione dei processi in ambienti eterogenei. La più recente release (che arriva in coincidenza con il venticinquesimo compleanno della società) offre una copertura integrale dell’automazione dei job It di un data center, che si tratti di applicazioni di business mission-critical o di attività non core. Tra le altre caratteristiche, Dollar Universe 6 offre un’amministrazione centralizzata dei task, degli utenti e degli aggiornamenti di prodotto, nonché una pianificazione intelligente delle attività legata alla disponibilità delle risorse di sistema.
In occasione del lancio sul territorio nazionale di, 01Net ha rivolto alcune domande a Cristina Sarnacchiaro, general manager di Orsyp Italia.

Bene o male, nelle aziende almeno di media complessità sono stati introdotti Kpi che misurano la qualità del servizio It in rapporto ai costi. Basta questo per valutare l’impatto dell’IT sul business nell’attuale contesto di budget ridotti?

L’It riveste un ruolo centrale nelle strategie aziendale, ma il livello di investimenti non corrisponde a questo grado di importanza. Per uscire da questa situazione schizofrenica, noi proponiamo di integrare nell’It le logiche tipiche dell’industria. Ci sono caratteristiche simili: entrambe devono rilasciare un prodotto o servizio in tempi rapidi, senza difetti e a basso costo di manodopera. Dunque, l’It dovrebbe abituarsi a utilizzare i Kpi tipici dell’industria. Riteniamo che non abbia più molto senso rapportare l’It unicamente all’incidenza sui costi, bensì allineare le valutazioni ai criteri che si usano negli ambienti di produzione. Questo potrebbe aiutare anche i Cfo a capire quanto l’It incide sul bilancio aziendale. Una campagna lanciata di recente in Italia dimostra che sono pochi quelli che sanno rispondere a questa domanda.

Questi concetti si collegano al lavoro del think tank di utenti Orsyp che ha di recente messo a punto un indicatore denominato “Tasso di Rendimento Sintetico”?

Assolutamente sì. Orsyp Institute, il nostro centro d’eccellenza dedicato all’Operations ;Management., ha messo a punto questo indicatore, che si è rivelato efficace per misurare e gestire le prestazioni delle attività informatiche, integrando le dimensioni della qualità, della disponibilità e delle performance. Queste informazioni sono già rilevate per singolo perimetro, mentre il lavoro della nostra task force, composta da una ventina di Cio e nostri consulenti, sta lavorando su una sintesi delle varie misurazioni, per poter evidenziare in modo semplice quale sia l’apporto di valore dell’It. Per questa via, diventa più semplice capire quanto costa un blocco dei sistemi in termini di mancato business.

Nella vostra visione, una maggior automazione delle operazioni It comporta una riduzione delle risorse dedicate alle attività di schedulazione…

È vero, ma le persone che oggi eseguono a mano le schedulazioni delle fatturazioni o dei payroll fra dieci anni non saranno più sul mercato del lavoro e sarà estremamente difficile sostituirle. Dunque, si tratta di attività che vanno necessariamente automatizzate. Occorre capire e abbracciare oggi la trasformazione dell’It perché fra qualche anno sarà già troppo tardi.

Come si posizione Orsyp in un mercato dove operano aziende come CA o BMC, per non parlare delle solite IBM e Oracle?

Noi siamo degli specialisti, mentre i nostri principali competitor hanno una gamma di prodotti più ampia, che impedisce di essere focalizzati solo sugli aspetti di ottimizzazione delle prestazioni dei sistemi. In Orsyp ci sono circa 200 persone che si occupano solo di tre prodotti. Inoltre, noi possiamo contare su una tecnologia veramente scalabile e che non richiede alcun hardware dedicato.

Qual è la realtà italiana di Orsyp in termini di dimensioni, numeri e clientela acquisita?

La struttura italiana è composta da quattordici persone, ma lavoriamo molto insieme ai business partner – una decina oggi – per poter essere sempre vicini al mercato. L’automazione delle operazioni It è ancora un terreno abbastanza vergine, soprattutto nelle medie aziende, poiché nella maggior parte delle aziende i job vengono ancora schedulati manualmente. Manca un po’ di cultura e conoscenza dell’esistenza di soluzioni come la nostra. Oggi abbiamo circa una settantina di clienti, che operano in settori diversi fra loro. Le realtà con numerosi punti di contatto remoti, come quelle del retail o le assicurazioni, sono quelle che hanno maggiore necessità di automatizzare.

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