Oracle World all’insegna del grid

Anche nell’edizione europea della conferenza per gli utenti la società fa leva sull’ottimizzazione del load balancing dei sistemi aziendali.

21 ottobre 2003

Nel futuro di Oracle c’è il grid computing. L’idea si era manifestata già prima dell’estate, quando erano trapelate le prime anticipazioni sul nuovo database 10g e quest’ultima parte dell’anno sta servendo al costruttore per dare sostanza al progetto, prima della disponibilità ufficiale del prodotto-faro, prevista per dicembre.


Dall’edizione europea di OracleWorld, aperta a Parigi in un’ambientazione grafica stile “Matrix” (di stretta attualità, vista l’imminente uscita del terzo episodio del celebre film), non sono per ora arrivate grandi novità rispetto a quanto era emerso in settembre nella corrispondente conference di San Francisco, ma si sono avute alcune conferme riferite alla specifica realtà del Continente.


Il vicepresidente esecutivo Sergio Giacoletto, infatti, ha citato i dati di un’indagine commissionata in settembre a Qnb Intelligence sulle aziende medio-grandi dell’area Emea (da 200 a oltre mille server), dalla quale emerge soprattutto l’inefficienza nell’uso della capacità elaborativa dei sistemi informativi in uso, ma anche una scarsa conoscenza del problema.


Oltre il 50% degli intervistati, infatti, non conosce il carico dei propri sistemi e fra quelli che lo sanno un terzo usa solo il 40% della capacità totale.


Eppure, c’è un 30% che segnala l’esistenza di situazioni critiche in qualche comparto specifico. Da questi elementi muove la nuova strategia di Oracle, volta a proporre una configurazione degli ambienti informativi fatta di diversi piccoli server (anche di tipo blade) che lavorano come se fossero uno solo e sono in grado di redistribuire in modo ottimale l’uso delle risorse al proprio interno.


«La quantità di informazioni in circolazione continua a crescere – fa notare Giacoletto – e con essa il numero di utenti che hanno bisogno di accedervi, da vari luoghi e con differenti dispositivi».


Oracle 10g si pone al centro di un’ideale architettura a tre livelli, con l’application server alla base e lo storage alle spalle, per gestire queste necessità in un’ottica di maggior efficienza funzionale di quanto utilizzato.


L’approccio può attrarre le grandi aziende, specie se già utenti del database (e quindi prima o poi “costrette” alla migrazione), ma si indirizza anche verso realtà di medio calibro, cercando non solo nel prezzo (è di pochi giorni fa l’annuncio della Standard Edition One, monoprocessore, a 167 euro per utente con un minimo di cinque), ma anche con idee più vicine alla pratica ordinaria, dai 20 minuti richiesti per l’installazione ai due giorni di training inclusi alla Oracle University. «Grazie alle caratteristiche del prodotto – ha concluso Giacoletto – riteniamo di poter far risparmiare all’Europa 4,5 miliardi di euro». Naturalmente in cambio di un po’ di fiducia e di una disponibilità iniziale all’investimento che, di questi tempi, resta la vera scommessa.

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