Oracle tra continuità e innovazione

Delineata la roadmap di project Fusion, evoluzione verso la piattaforma unica del 2008. Il brand Jd Edwards, intanto, diventa l’arma in più per il midmarket.

Oracle ha rassicurato tutti (stampa, analisti, partner e, soprattutto, clienti) lanciando un messaggio di continuità. Questo il sapore della comunicazione ufficiale che la casa di Larry Ellison, per bocca del suo presidente, Charles Phillips, ha tenuto nei giorni scorsi a Londra, in occasione di un incontro con un gruppo di tali interlocutori.


Seppur senza evidenziare novità di rilievo rispetto a quanto già noto (e pubblicato anche in questa sede), Oracle ha chiarito qual è la roadmap che porterà le sue business application (l’e-Business Suite più il catalogo PeopleSoft e Jd Edwards, con la recente aggiunta del portafoglio Retek) a convergere verso un’unica piattaforma: quel progetto “Fusion” che non è un prodotto bensì una strategia evolutiva, che terrà conto del meglio dell’offerta dei tre grandi brand del mondo “gestionale”.


Sebbene il lavoro di sviluppo verso la convergenza sia impegnativo, la base tecnologica delle nuove “Information age applications” (così sono definiti i prodotti applicativi di prossima generazione) è già praticamente pronta, grazie al fatto che Oracle ha potuto struttare le proprie competenze infrastrutturali: è fatta da Fusion Middleware e dal grid.


Il primo è uno strato tecnologico che si frappone tra il database e le applicazioni, offrendo gli asset di portale, data hub, application server, integrazione via Web services, Bi, content management, identity management, collaboration. Il grid si fonda invece, oltre che sul database, sulle tecnologie Rac (Real Applications Clusters) ed Enterprise Manager.


Quanto alle Information age applications, frutto della fusione, punteranno dritte sul contetto di “business insight,” tecnologicamente supportato da funzionalità analitiche realtime (e qui conterà anche l’eredità PeopleSoft) e su capacità di stutturare e modificare dinamicamente processi di business, anche complessi, mediante un utilizzo esteso di Bpel (Business process execution language).


A tutto ciò si arriverà nel 2008, passando per il rilascio di aggionamenti incrementali confermati, del resto, dai recenti annunci. Rispetto all’attuale offerta (E-Business Suite 11i.10, PeopleSoft Enterprise 8.9, Jd Edwards EnterpriseOne 8.11 e Jd Edwards World), la roadmap prevede per il 2006 il rilascio della versione 12.0 dell’Oracle E-Business Suite, oltre alla release 9.0 della suite PeopleSoft e a Jd Edwards EntepriseOne 8.12. Per la piattaforma World di Jd Edwards sono in programma upgrade ogni 12-15 mesi.


La volontà di continuità è resa evidente anche dalle politiche di supporto: per quanto riguarda le applicazioni PeopleSoft-Jd Edwards, le principali linee di prodotto saranno seguite certamente fino al 2013, mentre dal punto di vista dell’infrastruttura (hardware, sistemi operativi e database), nulla cambierà in termini di futura “ottima interoperabilità” (il riferimento è, soprattutto, a Ibm Db2 e a Microsoft Sql Server, oltre al middleware di Ibm e Bea). Nel frattempo, l’obiettivo è certificare tutti i prodotti per Fusion Middleware.


Se tutto quello appena descritto non è che conferma, di vera novità si può parlare nel caso della strategia di approccio approntata per il midmarket, un settore che Oracle continua a definire assolutamente strategico e per il quale ha riaffermato il proprio commitment, proprio come ha fatto Sap nei giorni scorsi.


L’asso da giocare è rappresentato dall’offerta Jd Edwards, che in area Emea va a rafforzare, affiancandola, l’offerta per il comparto rappresentata dalla e-Business Suite Special Edition. La forza del marchio acquisito insieme con PeopleSoft risiede nella presenza ben consolidata nel manufacturing e nella distribution, e nel supporto fornito dai parter esistenti (una quarantina), che si affiancano ai circa 140 specializzati sulla Special Edition. Ma questi numeri non bastano per contrastare i rivali in un mercato servito quasi esclusivamente dai partner. E allora Oracle conta di raddoppiarli, andando però alla ricerca di competenze provate su mercati specifici.

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