Oracle spinge sulla sicurezza

Nasce ufficialmente la Community for Security per favorire lo sviluppo di soluzioni dedicate. E la UE prevede dei fondi per le Pmi.

Oracle ha recentemente dato vita alla Community for Security, la quarta comunità
lanciata dalla società dopo quelle dedicate a Mobile Solution, Business
Intelligence e Transportation.

La community sulla sicurezza vede al momento la partecipazione di 30 partner,
si è già riunita due volte a Roma e a Milano, e lo scorso 3 ottobre,
nell’ambito dello Oracle Partner Network Day 2007, è stata definitivamente
consacrata con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di esperti
indipendenti, partner Oracle e manager Oracle.

Obiettivo: favorire lo sviluppo dell’offerta di soluzioni da parte dei
partner e della stessa Oracle con un programma di formazione, aggiornamento,
confronto e cooperazione.

I fondi della UE
La tavola rotonda si è aperta subito con una sorpresa positiva, vale
a dire la scoperta che la Comunità Europea, nell’ambito del programma
Security Research, mette a disposizione fondi per finanziare le aziende che
stanno sviluppando programmi di ricerca nel campo della sicurezza con l’intento
di aiutare le imprese europee ad aumentare la propria competitività.
I finanziamenti sono diretti a piccole-medie imprese che hanno in corso programmi
sì di ricerca, anche con il coinvolgimento di strutture universitarie,
ma volti a trasformarsi in progetti industriali.

Notizia importante dal momento che, secondo alcuni dei partecipanti all’incontro,
un ostacolo significativo alla diffusione di strutture di sicurezza nelle aziende
italiane, soprattutto quelle medio-piccole, sta nei costi di realizzazione che
sono importanti, se non addirittura sproporzionati, a fronte di ridotte capacità
di spesa da parte delle aziende utenti.

Solo un problema di costi allora? E limitato solo alle
aziende di dimensioni ridotte a cui sono immuni le grandi imprese?
Per niente. In generale l’atteggiamento comune è che al tema sicurezza
reagiscono innanzitutto le aziende che ne sono costrette per via dei mercati
in cui operano, caso specifico la finanza, le banche, le filiali di multinazionali.

Questo, nonostante esista una evidente correlazione tra le modalità
di implementazione delle politiche di sicurezza e i danni economici generati
da falle nei sistemi di sicurezza. Una recente indagine, svolta prevalentemente
negli Stati Uniti, ha evidenziato come l’87% delle architetture di sicurezza
fosse implementata in modo insufficiente e ha stimato come un grave incidente
di sicurezza, riportato dai mezzi di informazione, possa portare a una perdita
di valore delle azioni dell’azienda coinvolta fino a una percentuale del
7/8%.

Va detto che, a fronte delle difficoltà evidenziate, il mercato dei
prodotti e dei servizi di sicurezza lo scorso anno in Italia ha fatto registrare
una crescita del 12%, segno che gli utenti hanno ormai percepito l’importanza
della sicurezza aziendale e si stanno organizzando di conseguenza.

Una valutazione comune da parte dei partecipanti è che la sicurezza
deve entrare a far parte del ciclo di vita dell’azienda, deve essere parte
integrante della cultura di impresa fino a essere inserita nei piani di formazione
delle persone.

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