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I partner Oracle alla conquista dei luoghi inesplorati del cloud

In occasione del suo Partner Day, Oracle sottolinea come il cloud sia un'opportunità per i partner. C'è un 95 per cento di mercato inesplorato da raggiungere

L’investitura ufficiale, per la community dei partner di Oracle, è arrivata nella giornata di ieri, in occasione del Partner Day in programma a Milano. Sul palco si ufficializza di fatto l’attribuzione a Robert Scapin della responsabilità sul canale della società.
scapin oracleE Scapin entra subito nel ruolo, sottolineando come per il partner Oracle il cloud rappresenti una opportunità unica di sviluppo e crescita.
Ma non il cloud in sé e per sé: Scapin parla proprio del cloud di Oracle.
Abbiamo un’offerta di servizi tale da consentire al partner di muoversi in qualunque ambito, dal datacenter alle applicazioni, dall’hardware al software. Abbiamo offerte uniche nel bare metal così come nell’in-silicon. Siamo partiti dopo rispetto ad AWS, è vero. E siamo anche arrivati dopo Azure. Ma possiamo considerarci un fast follower, in grado di accelerare nella crescita, con tassi di crescita composti doppi rispetto al mercato”.
In una community composta da 568 partner – tanti sono gli operatori italiani che lavorano con l’azienda – e che cuba poco meno di 7.000 specializzazioni, ci sono comunque 65 realtà che fanno già parte del Cloud Program e che hanno conseguito 384 specializzazioni cloud.

Il 95 per cento del mondo che potrebbe essere in cloud ancora non lo è

Gli fa eco Jean Marc Gottero, vice president A&C Cloud Emea, che definisce il cloud un “money maker”, per il quale, tuttavia, è necessaria non solo una strategia, ma una mentalità.
I numeri danno comunque ragione: negli ultimi 12 mesi sono stati vinti 2.500 cloud deal, con una crescita del 147 per cento anno su anno.
Cosa da partner? Si, visto che il 63 per cento di questo business passa da loro.

E a tendere non si può che crescere, visto che “il 95 per cento del mondo che potrebbe andare in cloud ancora non lo è”, sottolinea Gottero. Certo, alle aziende mancano risorse ed esperienze, ma ciò non toglie che il cloud sia la “perfect business opportunity”, l’opportunità perfetta per un partner.

“Perché quando si va live con un progetto cloud, nel secondo step i risultati triplicano e quadriplicano, con vendite e servizi addizionali. Per questo i partner hanno l’opportunità di seguire i percorsi di digital transformation delle aziende, accompagnando i loro clienti nel viaggio”.

Il metodo: partire dai carichi Oracle

facchetti oracleGiuseppe Facchetti, responsabile del programma Cloud MSP, suggerisce l’approccio corretto.
E lo fa tenendo in mano una mela. “Quando ci si muove verso il cloud, si parte dai cosiddetti low hanging fruit, dai frutti più facili da cogliere”.
Il riferimento è a quei 24 milioni di core in Emea, sui quali girano carichi di lavoro Oracle. “Se pensiamo che Oracle ha un market share di circa il 20 per cento nei data center dei clienti, questo significa che ci sono altri 96 milioni di core sui quali girano carichi non Oracle. Con la nostra offerta bare metal, pura potenza computazionale su cui gira tutto quello che si vuole, possiamo ampliare la base di clienti raggiungibili. L’approccio corretto, dunque, è partire dai workload oracle per poi estendersi agli altri”.

Gli Oracle Partner Award

A dimostrazione dell’importanza che il cloud oggi ha nella sua proposition, il cloud è centrale anche nei riconoscimenti che Oracle attribuisce ai propri partner.
Così, negli Oracle Partner Award sono state premiate R1, nell’area Cloud Infrastructure, KPMG, focalizzata sul cloud applicativo, cui va il premio per ERP Cloud, Tai Software Solution, per l’area Engineered Systems, Red Reply, per il segmento IaaS Cloud Transformation, Sopra Steria, per la trasformazione verso il PaaS e Accenture per i progetti CX Cloud.

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