Ora conviene la stampa intelligente

In Italia spesi 17,9 miliardi all’anno in materiali. Alla lunga stampare con più efficienza farà anche bene al Pil.

Gli sviluppi tecnologici danno alle aziende concrete opportunità per ridurre i costi delle attività di stampa e migliorare la competitività.

Aspetto importante è che questi risparmi per manodopera e materiali possono essere ottenuti senza compromessi con la qualità di stampa dei documenti aziendali.

Sono le conclusioni di una ricerca condotta in 24 paesi fra Europa, Medio Oriente e Africa dal Cebr (Centre for Economics and Business Research), ente indipendente di ricerche economiche e finanziarie, per conto di Oki Printing Solutions.

Lo studio Smarter print management – controlling costs and environmental impacts, conclude che nei paesi analizzati le aziende spendono circa 258,8 miliardi di dollari all’anno per i materiali di stampa (17,9 miliardi di euro l’anno in Italia) comprendenti circa 76,7 miliardi di dollari per la stampa data in outsourcing (5,6 miliardi di euro la spesa italiana).

Oltre a ridurre i costi delle imprese, il miglioramento nella gestione della stampa, e in particolare l’eliminazione degli sprechi e di inutili trasporti, potrebbe comportare una riduzione delle emissioni di Co2 per un valore stimato di 1,5 milioni di tonnellate l’anno (delle quali 111.000 tonnellate per la sola Italia). Questo equivarrebbe a eliminare l’inquinamento provocato, ad esempio, in Italia da oltre 30.000 automobili.

I risparmi, secondo il rapporto, si possono realizzare essenzialmente in due modi.

Il primo è quello di ffettuare in azienda il maggior numero possibile di lavori di stampa. Oggi molte attività date all’esterno possono essere svolte convenientemente in azienda: materiali prestampati di cancelleria, biglietti da visita, materiale pubblicitario, etichette per specifici settori, materiali di marketing e commerciali come newsletter e giornali aziendali.

Dal rapporto risulta che effettuare in azienda i lavori di stampa prima conferiti in outsourcing costituirebbe per le imprese italiane un risparmio di 443 milioni di euro l’anno derivante, in massima parte, da minori sprechi ottenuti dalla stampa delle sole quantità necessarie e da lavori svolti direttamente nella sede in cui servono i documenti.

Il secondo modo è quello di migliorare la gestione della stampa. Con l’adozione delle nuove soluzioni di gestione della stampa si possono ottenere anche risparmi sulle ore lavoro impiegate e sui costi della carta e dei consumabili. Il rapporto stima che, migliorando la gestione della stampa in azienda, le imprese in ambito Emea possono risparmiare fino a 19,6 miliardi di dollari l’anno (per la sola Italia ciò equivarrebbe a un risparmio stimato fino 1.256 milioni di euro).

Il rapporto Cebr conclude anche che i maggiori risparmi potenziali su base annua per l’economia italiana si possono individuare nei settori della Pa (238 milioni di euro), dell’istruzione (205 milioni di euro), degli studi di architettura e consulenza tecnica (94 milioni di euro).

I lavori di stampa dati in outsourcing incidono per il 31,3% sui costi globali sostenuti dalle imprese italiane per la stampa.

Riguardo i costi relativi al tempo che il personale dedica alla stampa si stima che il valore annuo globale sia per l’Italia di circa 57 milioni di euro.

Secondo il rapporto una migliore efficienza di stampa avrà come risultato anche un incremento del Pil nel 2014 di 938 milioni di euro, per crescere fino a 2.470 milioni entro 2018. Contestualmente si prevede un aumento degli investimenti pari a 235 milioni di euro nel 2014 (che diventeranno 582 milioni di euro entro il 2018). Partendo dal presupposto che aziende con migliore efficienza possano produrre beni a costi inferiori, ci si attende infine un aumento delle spese dei consumatori, che raggiungerà un picco nel 2018 di 610 milioni di euro.

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