Ora c’è il mondo storage al centro degli attacchi di Sun (e di McNealy)

Dopo aver affrontato Ibm e Hewlett-Packard, senza mai abbandonare l’offensiva a Microsoft, il Ceo della casa californiana ha lanciato il guanto della sfida al leader mondiale dei sistemi di memorizzazione Emc, siglando un accordo con Hitachi.

Non demorde Scott McNealy, l’emblematico Ceo di Sun Microsystems. Il nemico numero uno della sua società rimane Microsoft e il suo fondatore Bill Gates. Ma questa vecchia rivalità, che peraltro ha contribuito a forgiare l’identità di Sun, non è più sufficiente a calmare, anche dopo tanto tempo, il suo gusto per le battute sferzanti che oggi elargisce anche a Emc. In piena estate, all’inizio di agosto, McNealy aveva annunciato di aver siglato un accordo di commercializzazione della durata di tre anni con Hitachi Data Systems, dimenticandosi della dichiarazione fatta solo nel maggio scorso quando aveva affermato che Sun non sarà mai un rivenditore e non vivrà mai di commissioni derivate dalla ricerca e sviluppo di un’altra società". Ma Sun doveva uscire con urgenza da una posizione pericolosa. Su un mercato storage che ha registrato una crescita del 20% nel 2000, e cioè tre volte quella del mercato dei server, Sun non è altro che il quarto competitor nello specifico settore, dietro a Emc, Hp-Compaq e Ibm. Era da tempo palese che la società di McNealy non aveva un’offerta storage degna di questo nome, considerando questo mercato come un semplice complemento a quello dei server, ma certamente niente di più. Quando i suoi clienti avevano bisogno di prodotti di memorizzazione, Sun si rivolgeva a Emc. Ora colmare questo buco nel segmento dei server di fascia alta è diventata rapidamente una priorità. L’accordo con Hds aggiunge al catalogo di Sun una gamma di sistemi di memorizzazione di fascia alta, di software specifici e arricchisce la sua conoscenza tecnologica in materia di architetture specifiche San (Storage area network) e Nas (Netware attachment storage). L’obiettivo a medio termine di Sun è quello di estromettere Emc dalla sua clientela di grandi clienti e di farle perdere le quote di mercato che aveva facilmente guadagnato in quell’ambito grazie all’assenza di fatto di una propria adeguata offerta. Ma secondo alcuni osservatori ci vorranno almeno due-tre anni prima che Sun riesca a ridurre il suo ritardo e sia in grado di contrastare realmente Emc. Al di là di un duello tra Sun e Emc, è plausibile che nel settore dello storage si delineino due fronti: da un lato Emc e dall’altro Sun, Ibm e Hp-Compaq. Tutti sembrano compatti nel combattere la numero uno. Malgrado questo costante allarmismo, in casa Emc non si dà spazio alle preoccupazioni. Siamo vigilanti e attenti – ammette Hani Roumieh, responsabile marketing di Emc Europa -. Oggi Sun ha un’offerta di fascia alta e si piazza come un nostro diretto competitor. Ma solo il 15% del nostro business lo realizziamo sui server Sun", quindi una cifra ben lontana dal 35 o 40% che la società va dicendo, senza dimenticare che quasi la metà di questo 15% è realizzata da Emc in ambienti eterogenei, che associano server Sun ma anche di altri competitor come Microsoft. La campagna di denigramento continuo condotta dal management di Sun nei confronti di Microsoft e la mancanza di esperienza specifica, per Roumieh gioca a sfavore della società dal momento che i clienti operano sempre di più in ambienti eterogenei.


Secondo gli analisti, tuttavia, la partita sembra ben iniziata per Sun, che non ha certo bisogno di costruire delle tecnologie sullo storage alto di gamma in quanto gliele dà il suo nuovo partner Hds. L’investimento finanziario è minimo e l’offerta è decisamente concorrenziale. Inoltre Veritas, Oracle e Sun hanno deciso di unire gli sforzi di maintenance in ambito software, testi e certificazioni. Non va dimenticato che la casa di McNealy già oggi realizza da 2 a 2,5 miliardi di dollari con prodotti storage, per cui sa bene come piazzare soluzioni di questo tipo e quindi l’accordo sopra citato non farà che arricchire questo potenziale. Tuttavia la campagna contro Emc non ha diminuito la volontà di Sun di scontrarsi apertamente contro Microsoft, sul settore del Web Single Sign On (Sso). Rientrano in quest’ambito soluzioni come Passport di Microsoft e Magic Carpet il progetto di Aol. Questi sistemi permettono agli internauti di registrare una volta per tutte le loro informazioni personali, evitando così di doversi identificare su ogni sito che visitano. Per Sun si tratta di non lasciare a Microsoft il monopolio della gestione di questo tipo di dati personali.

La Liberty Alliance


Da qui si capisce il senso di Liberty Alliance, un’iniziativa di Sun che riunisce una trentina d’aziende per sviluppare un’offerta alternativa di Web Sso. Secondo Jonathan Schwartz, vice presidente di Sun, l’identificazione di una persona è fondamentale per tutti i business. Il problema è che per raggiungere questo obiettivo è necessario unificare e armonizzare i dati relativi a ciascuna persona. Infatti, al momento le aziende dispongono di numerosi file differenti. È necessario, dunque, disporre non di un file unico ma innanzitutto di interoperabilità tra i file e i sistemi in grado di farli funzionare. Sun non dovrebbe essere in ritardo sul mercato del Web Sso, ma va certo riconosciuto che Microsoft ha già un vantaggio soprattutto nell’ambito dei siti commerciali. Restano, tuttavia, ancora numerose opportunità in ambito commercio, servizi e banche. L’importante alla fine, secondo gli esperti, è essere in grado di realizzare un prodotto valido in quanto non sempre è vincente essere pionieri per monopolizzare il mercato. Sun ha dunque una bella carta da giocare e il suo approccio aperto a una coalizione di venditori, secondo gli analisti del Gartner, dovrebbe allargarsi anche ad altri grandi nomi come Ibm, Amazon o Aol per creare uno standard unico. L’importante è che Sun si muova in fretta perché al momento ha sì i partner ma non la tecnologia. La Liberty Alliance ha giusto quei tre, quattro mesi per dimostrare la strada tecnologica che intende seguire, perché diversamente non è credibile. Ma nel frattempo Microsoft avrà avuto tutto il tempo necessario per rilasciare il suo Passport al resto del suo universo.

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