OpenSolaris al via in Italia

Lanciato ufficialmente alla Java Conference il progetto di sistema operativo aperto di Sun.

A una settimana dal lancio ufficiale di OpenSolaris, viene il momento anche per l’Italia di prendere contatto con questa nuova realtà dell’It in via di trasformazione.


Se ne è parlato alla Java Conference, annuale manifestazione in fase di svolgimento a MilanoFiori.


Il verbo “open” ha pervaso la prima giornata di lavori, con il concorso di tutto il Gotha della società, in Italia e nel mondo.


A sostenere il messaggio del modello opensource come elemento trainante lo sviluppo, infatti, non c’erano solo i top manager di Sun Italia (Mauro Banchero e Franco Roman, su tutti) ma anche evangelist e tecnici planati apposta dalle valli della California, come i ben conosciuti dalle cronache informatiche, John Gage, Simon Phipps e anche Casper Dik, Senior staff engineer della società.


E se Roman ha definito OpenSolaris come un evento importantissimo per il mercato tecnologico, in quanto mai prima d’ora si era vista aprire e mettere a disposizione della comunità una tecnologia così sofisticata e allo stato dell’arte, Dik ha rinforzato il concetto invitando a osservare la cosa come, dal punto di vista filosofico, un sostanziale ritorno alle radici di Sun, società che è partita con un piede nel network, ovvero quella cosa che da sempre abilita il lavoro comunitario.


A onor del vero, OpenSolaris nasce come progetto esattamente un anno fa, con l’annuncio del Coo Jonathan Schwartz. E nel giro di 12 mesi la casa californiana è riuscita a portare sotto licenza Cddl (Common Development and Distribution License) il proprio sistema operativo di punta, Solaris 10, creando una comunità che, attorno al core del sistema, potrà creare le proprie personalizzazioni, ma, anche, ampliare il mercato di Sun.


E a chi si chiede se la comunità di Solaris possa o debba incontrare quella Java, Dik risponde che se dovessero esistere casi di sovrapposizione, non saranno certamente cercati o perseguiti dalla società. La comunità Java vive di vita e destini propri. Quella di Solaris è neonata e deve manifestare il proprio potenziale autonomamente.


Quindi è escluso, anche dallo stesso Dik, che possano crearsi momenti di penetrazione in un altro ambito open, quello dei framework come Eclipse. Anche perché, sottolinea Dik, Eclipse non è una comunità.


Forse anche perché sul framework si sente ancora forte la mano di Ibm.


E a proposito di Ibm, se Big Blue facesse la stessa cosa con Aix?


Dik lo esclude, vuoi perché il lavoro non lo si improvvisa e vuoi perché l’abbraccio a Linux compiuto da Armok pare essere ormai troppo stretto per svincolarsi.

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