Olidata: non era colpa sua

Due sentenze della Commissione Tributaria di Forlì assolvono Olidata dalle ipotesi di reato di evasione di imposta. In un contesto generale come questo, è una buona notizia per tutto il comparto.

27 gennaio 2004

In relazione alle maggiori imposte rivendicate dall’Agenzia delle Entrate di Cesena per oltre 31 milioni di Euro (per le annualità 1997-2001), per supposte evasioni di imposta sul valore aggiunto e imposte dirette da parte di Olidata, si legge in una nota emessa dalla società, la Commissione Tributaria Provinciale di Forlì ha emesso due sentenze i cui dispositivi riportano che non vi sono elementi sufficienti per contestare la regolarità formale della fatturazione effettuata dalla società cesenate e stabilscono una rifusione parziale del danno subito dall’erario a causa del mancato versamento dell’Iva da parte di terzi, in ragione del 44% del totale accertato.


Ciò significa che i giudizi a cui Olidata era sottoposta avevano un origine esterna, cioè che la società è stata oggetto di indagini tributarie slla base di comportamenti omissivi di terzi.


In merito alle conclusioni a cui è pervenuta la Commissione Tributaria, il Consiglio di Amministrazione di Olidata ha deliberato di proporre ricorso per appello alle due sentenze, in quanto la società ritiene di aver sempre operato nel rispetto della normativa tributaria vigente, come testimoniato dalle sentenze stesse e di non essere mai stata a conoscenza del omportamento omissivo di terzi.

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