Obama: un’inaguration molto hi-tech

Tra live blogging ed esperimenti di social mesh, la rete celebra l’insediamento del quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti.

Le presidenziali del 2008 erano state già raccontate come le prime elezioni nelle quali la Rete ha giocato un ruolo fondamentale.
La Rete come luogo di diffusione delle idee, come luogo di raccolta dei consensi e di misurazione dei malumori; la rete come luogo di incontro e confronto.

E la rete è tornata prepotentemente in primo piano anche nel giorno dell’Inauguration, affiancandosi a media tradizionali, quali radio e Tv, nel seguire in diretta l’intera cerimonia.

Inevitabile che i social network l’abbiano fatta da padroni, se pure con qualche difficoltà a reggere l’enorme flusso di accessi e messaggi.
Intasato Twitter, con messaggi a raffica da utenti che inserivano i loro testi a flusso continuo.
Affollatissimo Facebook, che ha sperimentato una nuova forma di collaborazione con la Cnn: mash-up tra lo streaming dell’evento e i commenti live degli utenti. Evento seguitissimo ovunque, nel quale l’impatto emozionale andava di pari passo con lo svolgersi della cerimonia.

Anche Google ha registrato il suo personalissimo effetto Obama. Boom di richieste al motore di ricerca. E se non c’è da stupirsi che parole “streaming” e “inauguration” siano in cima alla lista delle più ricercate, fa sorridere la curiosità su Isabel Toledo, la stilista che ha disegnato la mise di Michelle Obama, o sui motivi che hanno portato Dick Cheney alla festa in sedia a rotelle.
Aretha Franklin è risultata ricercatissima nei minuti della sua esibizione, così come il violinista Perlman.

Su Flickr è boom di fotografie inserite da coloro che “c’erano”, mentre nei blog di tutto il mondo Obama e le sue parole sono al centro delle discussioni.
Per capire cosa si dice in Italia, basta dare un’occhiata a BlogBabel o Wikio. Ed è comunque un quadro parziale.

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