Nuvole marziane: la Nasa usa Amazon Cloud

La gestione quotidiana del sistema Maestro è stata portata sulla nuvola del vendor. Parallelamente, un sistema interattivo è reso disponibile su tecnologia Microsoft. Ma la Nasa ha pronta la sua offerta cloud, Nebula.

Anche la Nasa guarda al cloud.
Il Jet Propulsion Laboratory (Jpl), che gestisce il progetto Rover, sta spostando infatti la gestione delle operazioni quotidiane del Mars Rover su Amazon.com.
Di fatto si tratta di fare il porting su cloud di Maestro, il software usato per questo compito.
L’argomento è piuttosto interessante, perché sarà proprio dalla portabilità di applicazioni on-premise che dipenderà il successo del nuovo paradigma.

Per la Nasa si tratta della prima operazione ad essere trasferita sulla nuvola in maniera ufficiale: in realtà l’annuncio riferisce che in altre occasioni l’impiego del cloud ha già dato buoni risultati.

Il progetto Rover è anche “adatto” per il cloud computing per la natura collaborativa del lavoro e per la possibilità di inviare dati a utenti geograficamente sparsi e in base alla loro posizione, invece di dover inviare informazioni da un server centralizzato, in questo modo accelerando il flusso di lavoro. Attualmente la Nasa ha due rover sul suolo del pianeta rosso, Spirit ed Opportunity, ma il primo non è attivo.

Contemporaneamente all’adozione dei servizi di Amazon l’agenzia spaziale, che cerca di mantenersi neutrale, ha acquisito anche i servizi di Microsoft per il progetto Be a Martian, un sito interattivo sul quarto pianeta del sistema solare reso disponibile agli studenti.

La Nasa sta sviluppando la propria cloud, chiamata Nebula, e presto la renderà accessibile a tutte le agenzie federali con il nome ben poco fantasioso di Nasa Cloud Services.

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