Nuova Iva europea: ecco come

Il regime vigente non è più in linea con la situazione economica attuale. Deve invece essere più semplice, efficiente ed efficace nel combattere l’evasione. Per la Commissione il futuro sistema di tassazione sul valore aggiunto dovrà sostenere l’attività economica e la crescita.

L’imposta sul valore aggiunto è versata dai cittadini, riscossa dalle imprese e rappresenta oltre il 20% delle entrate nazionali. Tuttavia l’introduzione del sistema Iva risale a 40 anni fa e il regime non è più in linea con la nostra economia orientata ai servizi e basata sulle tecnologie. È giunto il momento di avviare una riforma ambiziosa del sistema Iva“.
Sono parole di Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode.

Partendo da queste premesse la Commissione ha adottato una comunicazione sul futuro dell’Iva, con cui stabilisce le caratteristiche fondamentali del nuovo sistema Iva e gli interventi prioritari necessari per renderlo più semplice, più efficiente e più solido nell’Ue.
Il nuovo sistema Iva proposto dalla Commissione deve perseguire tre obiettivi.

Primo obiettivo: semplicità
Innanzitutto l’Iva deve essere di più facile applicazione per le imprese. Un sistema Iva più semplice e trasparente ridurrebbe gli oneri amministrativi considerevoli delle imprese e stimolerebbe maggiormente il commercio transfrontaliero, il che favorirebbe a sua volta la crescita.
Le misure previste in favore di un sistema Iva più a misura d’impresa sono volte ad estendere l’approccio di sportello unico alle operazioni transfrontaliere, a standardizzare le dichiarazioni Iva e a fornire un accesso chiaro e semplice alle informazioni dettagliate sui sistemi Iva nazionali tramite un portale web centrale.

Secondo obiettivo: risanamento fiscale
In secondo luogo il sistema Iva deve sostenere in maniera più efficiente l’impegno degli Stati membri in favore di un risanamento fiscale e di una crescita economica sostenibile. L’ampliamento della base imponibile e la limitazione del ricorso alle aliquote ridotte consentirebbe di generare nuovi flussi di entrate per gli Stati membri senza dover aumentare le aliquote in vigore.
Se fossero abolite esenzioni e riduzioni in alcuni Stati membri l’aliquota Iva normale potrebbe addirittura essere ridotta senza ripercussioni sulle entrate.
La comunicazione della Commissione stabilisce i principi guida sulla revisione delle esenzioni e delle aliquote ridotte.
La Commissione analizzerà l’applicazione delle aliquote ridotte e delle esenzioni negli Stati membri quando esaminerà le loro politiche di bilancio nel contesto del semestre europeo.

Terzo obiettivo: lotta all’evasione
In terzo luogo è necessario risolvere il problema delle attuali perdite di entrate dovute all’Iva non versata.
Si stima che circa il 12% dell’imponibile Iva non sia riscosso. Nel 2012 la Commissione proporrà l’istituzione di un meccanismo di reazione rapida che consentirà agli Stati membri di intervenire in maniera migliore in caso di sospetto di frode.
Inoltre la Commissione verificherà se gli attuali meccanismi antifrode, tra cui Eurofisc, debbano essere rafforzati e vaglierà la possibilità di creare un gruppo di revisori transfrontaliero al fine di facilitare i controlli multilaterali.

La Commissione ha concluso che la questione del passaggio a un sistema Iva basato sull’imposizione nel paese di origine non è più rilevante.
Pertanto, l’Iva continuerà ad essere riscossa nel paese di destinazione (ossia il paese in cui ha sede l’acquirente) e la Commissione si impegnerà a creare un sistema Iva moderno basato su questo principio.

Qui il testo integrale della comunicazione della Commissione

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