Nova+: così Intesa finanzia l’innovazione

Un prodotto di finanziamento per le Pmi e le microimprese, per progetti a lungo termine

Con i chiari di luna che l’economia attraversa, la notizia strappa un sorriso alle Pmi che vogliono fare attività di ricerca e innovazione: dopo il miliardo di euro investito tre anni fa, Intesa Sanpaolo ne butta sul tavolo un altro. Il progetto si chiama Nova+, un prodotto di finanziamento per le Pmi e le microimprese, per progetti di innovazione e ricerca a lungo termine. Ne parliamo con Carlo Stocchetti, Direttore Generale di Mediocredito Italiano, la società del Gruppo Intesa Sanpaolo che aggrega in un unico centro specialistico le attività di credito a medio lungo termine, credito agevolato e incentivi alla ricerca e sviluppo.

Non crede che l’attuale congiuntura economica e finanziaria possa indurre le Pmi a bloccare del tutto o quasi gli investimenti in innovazione?
“Il clima di grande incertezza può influenzare negativamente la propensione delle imprese all’investimento o, quanto meno, generare un atteggiamento che porti a rinviare a tempi migliori. Siamo convinti che questo sarebbe un errore: le Pmi devono avere il coraggio di investire anche in tempi di crisi se vogliono restare competitive, farsi trovar pronte quando ci sarà la ripresa, e contribuire direttamente a rimettere in moto l’economia. Tutto il sistema deve lavorare in questa direzione: autorità centrali e locali per il varo di interventi di sostegno; le banche, viste non come mere erogatrici di credito, ma come partner sempre più vicini alle imprese; le Università, attori fondamentali del mondo della ricerca”.


In questo contesto, si inserisce il progetto Nova+, lanciato qualche anno fa. Quali sono ad oggi i risultati del progetto?


“Negli ultimi tre anni, il Gruppo ha erogato circa un miliardo di euro destinati alla realizzazione di progetti di ricerca e innovazione. I risultati conseguiti ci incoraggiano a proseguire in questa direzione”.


Quali tipologie di aziende e di quale settore hanno maggiormente beneficiato dell’intervento?
“In un contesto di mercato globale, investire in innovazione è una necessità per tutte le imprese che vogliono essere competitive. Per questo abbiamo sostenuto e finanziato senza preclusioni i settori più disparati, compresi quelli più tradizionali e maturi, come tessile, carta, chimica, e altri. Abbiamo finanziato iniziative in tutti i campi: Ict, nanotecnologie e scienze dei materiali, scienze della vita, efficienza energetica ed energie rinnovabili, meccanica strumentale, e altri ancora”.



Che tipo di prodotto è Nova+?
“A medio-lungo termine, flessibile, finanzia fino al 100% dell’investimento. Si articola in quattro soluzioni compatibili con la strategia dell’impresa per migliorare il livello tecnologico o la struttura aziendale. Il primo, Ricerca, per finanziare la R&S per realizzare nuovi prodotti, processi produttivi e servizi tecnologicamente innovativi. Il secondo, Acquisto, per l’acquisizione di sistemi e conoscenze utili all’arricchimento del contenuto tecnologico di prodotti, processi e servizi dell’impresa e/o al miglioramento di organizzazione e struttura aziendale. Il terzo, Infocom, per definire un piano organico di investimenti al fine di innovare i sistemi informativi dell’azienda. Infine, Università, per favorire il trasferimento tecnologico, attraverso progetti di ricerca basati su commesse per studi, sviluppi e trasferimento di tecnologia affidate dalle imprese a Università italiane ed enti pubblici di ricerca”.

Quali i criteri di selezione per accedere a Nova+?
“Le nostre strutture specialistiche, in collaborazione con le università convenzionate, effettuano un’analisi tecnico-industriale dei progetti presentati, che arricchisce e supporta la tradizionale analisi del merito di credito. Ciò consente alla Banca di capire le ricadute industriali e, quindi, di valorizzare pienamente le strategie di sviluppo delineate dagli imprenditori, finanziando i progetti meritevoli. Un approccio che consente di finanziare anche l’immaterialità delle idee dei clienti, ossia le intelligenze e il tempo che gli imprenditori italiani dedicano ai loro progetti”.


Si tratta di un credito a lungo termine senza garanzie reali. Che vuol dire?
“Un centro specialistico come Mediocredito Italiano è attrezzato per valutare le imprese, oltre che per la loro solidità economico-finanziaria, anche per la validità dei loro progetti di sviluppo industriale e commerciale. L’analisi del merito di credito quindi è dinamica, eci permette una corretta valutazione prospettica del valore delle aziende e dei loro progetti di
investimento. Questa capacità consente alla Banca di erogare finanziamenti chirografari (senza garanzie reali) premiando la condivisione dei progetti di innovazione tra impresa, banca e università e contribuendo quindi a consolidare il rapporto di fiducia con il nostro Istituto”.




Il progetto realizza un rapporto tra università e azienda (e banca), di cui In Italia c’è estremo bisogno, ma che purtroppo è sempre stato difficile. Qual è il suo parere?
“Facilitare la collaborazione tra università e impresa è obiettivo ambizioso, ma imprescindibile se si vuole colmare il gap rispetto ai paesi più avanzati, in termini di capacità di innovazione. Noi partiamo da un’esigenza concreta: quella di fornire ai clienti un adeguato livello di consulenza tecnico-industriale. Per questo la condivisione e la successiva valutazione dei progetti di innovazione, soprattutto quelli di alta complessità e più articolati, coinvolge i nostri ingegneri e partner scientifici di provata autorevolezza. La condivisione dei piani di sviluppo dell’impresa con banca e università è il primo passo per creare un raccordo concreto tra aziende e mondo della ricerca che contribuisca ad abbattere le barriere oggi esistenti e a favorire il trasferimento tecnologico. Inoltre, come già detto, abbiamo dedicato uno specifico prodotto al finanziamento di commesse per studi, sviluppi di prototipi e trasferimento di tecnologia che vedono la collaborazione tra impresa, Università ed enti pubblici di ricerca”.


Quali università sono coinvolte?
“La Fondazione Politecnico di Milano e alcunedelle migliori università italiane, tra cui i Politecnici di Milano, Torino, e Bari, Università degli Studi di Trento. Le imprese possono accedere direttamente alle più avanzate strutture di R&S tecnologico attive in Italia, che mettono a loro disposizione oltre 700 laboratori, 50 dipartimenti attivi in tutti i settori industriali e la
competenza di circa 2.500 docenti e ricercatori”.

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