Non lasciamoci distrarre dai device

Travolti da una vera e propria valanga di nuovi dispositivi, forse non dovremmo dimenticare ciò che serve davvero.

In corso di fatto da domenica, anche se l’apertura ufficiale dei lavori è stata ieri mattina, il Mobile World Congress di Barcellona rischia di trasformasi in quello che gli americani chiamano “gadget galore”, vale a dire in una corsa quasi frenetica all’ultimo annuncio, all’ultimo dispositivo con il display più bello, il processore più potente, lo chassis più sottile, il peso più leggero, le apps più divertenti e il numero di megapixel così alti che più alti non si può.

Una raffica di annunci che riesce a fare il paio solo con il Ces di Las Vegas, che a inizio d’anno segna il ritmo della consumer electronics per il 12 mesi a venire.

Tutto molto bello e molto luccicante, se non rischiasse di travolgere il povero visitatore, per tacer del povero cronista che cerchi di tenere il passo con annunci che in queste ore stanno arrivando a raffica.

Allora diventa importante fermare le macchine, anche a MWC concluso, per carità, e prendersi il tempo per ridare a tutte le cose la loro giusta dimensione.
Magari per ricordarsi che i device sono importanti, ma ancor di più lo sono gli operatori, chi offre connettività e infrastruttura, chi sviluppa servizi.
Perché senza un’infrastruttura adeguata, una banda adeguata, una copertura adeguata, servizi adeguati tutto il castello crolla.
E perché se questa premessa è ovvia, a volte non lo sembrano le conclusioni.
Perché in mano agli operatori ci sono i servizi Lte, c’è la copertura del digital divide, c’è lo sviluppo dei mobile payment magari in quelle aree dove l’utilizzo della carta di credito è minoritario rispetto alla popolazione, c’è tutto quanto non fa altrettanto spettacolo.
Ma si sa, l’essenziale è invisibile agli occhi.

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