Non basta Internet (+15%) a tenere a galla la pubblicità

Per i primi tre mesi del 2011, Nielsen evidenzia un calo generale del 3,2%, con la carta stampata che perde quasi il 6%

I dati Nielsen sul primo trimestre di quest’anno confermano quanto era già stato anticipato dal bimestre: a parte Internet e poco altro, la pubblicità soffre. Il dato complessivo sul periodo gennaio-marzo fa infatti registrare un -3,2% (era -2% un mese prima), anche se secondo la società di analisi “nella restante parte dell’anno la situazione dovrebbe leggermente migliorare grazie anche alla crescente diffusione delle emittenti televisive digitali, che stanno ottenendo ottimi risultati in termini di raccolta pubblicitaria”.

Quasi tutte negative le variazioni nel trimestre per i mezzi ad eccezione, come si diceva, di Internet che continua a viaggiare più o meno agli stessi ritmi mettendo a segno un +14,9% (era +15,5% a febbraio). Positivo anche l’andamento del direct mail (+1,0%) e della pubblicità sulle emittenti trasmesse in digitale terrestre.
La televisione, considerando anche i marchi sky e fox e le tv digitali rilevate da Nielsen, chiude il primo trimestre con un calo del -2,9%, con una raccolta complessiva di poco superiore a 1,2 miliardi di euro. La stampa prosegue il trend negativo (-5,9%): penalizzati in particolare ancora i quotidiani (-4,6%) e un po’ meno i periodici (-2,1%), mentre si conferma il tracollo dei freepress, la cui raccolta pubblicitaria è scesa del 54,1%. Quanto alla radio, si ribalta il dato positivo del primo trimestre con un pesante -5%. Molto brutto, infine, il dato della raccolta dei cinema, scesi nel trimestre del 22,5% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso.

A livello di settori, si fa sentire il calo degli investimenti da parte delle aziende del largo consumo che avevano sostenuto la ripresa nel 2010 ed in particolare di alimentari (-10,0%) e bevande (-12,3%). Da una parte, osserva Nielsen, il confronto con un 2010 particolarmente positivo, dall’altra gli aumenti di grano e alimentari di base, hanno indotto le aziende a ridurre i budget almeno nella prima parte dell’anno. Forte contrazione anche per le aziende del settore finanza e assicurazioni (-25,0%) e delle telecomunicazioni (-6,7%), mentre tra i settori principali crescono solo automobili (+6,9%) e abbigliamento (+1,2%).

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