New.net apre i domini in italiano

Ma non ci sono ancora accordi con Ips locali. Molto sul piatto, purtroppo poco ancora di concreto

New.net adesso è anche italiana. La società specializzata nella vendita di
domini alternativi a quelli rilasciati dall’Icann, da ieri ha aperto anche un
sito italiano, ancora in via di traduzione, e ha iniziato a vendere le nuove
estensioni. Si tratta di 21 nuovi suffissi (.agente, ditta, scuola, amore,
famiglia, shop, arte, free, sport, asta, game, tech, chiesa, legge, turismo,
ciao, med, video, club, mp3, xxx) già acquistabili sul sito al prezzo di 35
dollari l’anno. E’ il primo passo dello sbarco italiano della società
californiana che non ha ancora raggiunto accordi con Internet service provider
italiani (ma trattative sono in corso) che avranno il compito di ospitare il
plug in necessario agli utenti per vedere i siti di New.net.


Per poter conoscere questo mondo parallelo all’Icann formato da oltre
settanta milioni di domini (secondo le cifre fornite da New.net), gli utenti
devono infatti scaricare un software che permette la visione dei siti. Nuove
società che cercano un indirizzo in grado di descrivere con precisione il tipo
di attività sono i maggiori clienti di New.net secondo la quale i suoi domini
(realizzati nelle versioni inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese)
sono adatti soprattutto ad aziende che operano prevalentemente in ambito locale.
<<I nostri domini ­ – sostiene Andy Duff, director marketing &
policy in new.net Europe – permettono anche una veloce categorizzazione dei
siti>>.


Se non fosse che fino a oggi non è ancora stato realizzato un motore di
ricerca che aiuti gli utenti a orientarsi nella selva di .chat, sport, family o
hola venduti dalla società californiana. Ma da questo punto di vista potrebbero
esserci delle novità visto che il responsabile marketing di New.net spiega che
la società sta discutendo con alcuni importanti motori di ricerca.


In via di definizione sono poi accordi anche con altri partner che rivendano
i suffissi di New.net, mentre è stato previsto anche un servizio per risolvere
eventuali contenziosi legati alla titolarità dei domini che segue però regole
diverseda quelle previste per .com, net o org. <<Noi difendiamo il brand
­ – spiega Duff ­ – anche se non pensiamo che, per esempio McDonald’s
possa reclamare un eventuale indirizzo Mcdonads.chiesa>>.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome