Nessuna inversione sulla strada del cloud

Google vede un processo di budget dominato dalla logica del servizio.

Abbiamo chiesto a Carlo Marchini, responsabile divisione Enterprise di Google Italy di analizzare il modo in cui le imprese italiane si dovrebbero orientare alla ripresa delle attività.

Su quale investimento tecnologico, in termini di soluzioni e prodotti, dovrebbero puntare le imprese italiane, alla ripresa di settembre, per riuscire a ottenere un risultato concreto e apprezzabile in termini di Roi?

Non credo si possa dare una risposta univoca alla domanda, ritengo però che le soluzioni in modalità cloud computing dovrebbero essere seriamente valutate dalle imprese soprattutto nell’attuale periodo di difficoltà economica. Le soluzioni basate sul Web, infatti, consentono di ridurre enormemente i costi fissi, esternalizzando applicazioni e dati sui server del provider. In questo modo non c’è più bisogno di preoccuparsi di aggiornare le applicazioni, incrementare le risorse storage, implementare costosi sistemi duplicati per la business continuity di applicazioni mission critical come la posta aziendale.

La soluzione di cloud computing che Google offre alle aziende, denominata Google Apps Premier, consente ad esempio di disporre di ben 25 Gb di mailbox per singolo utente nonché di una soluzione per la creazione e condivisione di documenti, fogli di calcolo e presentazioni, oltre alla possibilità di creare siti web e condividere video aziendali.
Secondo alcune ricerche indipendenti, il modello online consentirebbe alle aziende un risparmio sui costi di supporto pari ad almeno 300 euro l’anno per ciascun dipendente.
Fatti due calcoli, se solo il 30% delle Pmi italiane passasse al cloud computing, il risparmio globale raggiungerebbe gli 830 milioni di euro l’anno. Tra le aziende che già usano Google Apps in Italia, la veneta Fracarro, ad esempio, dichiara di aver migliorato in modo significativo l’uptime del sistema di posta, riducendo i costi globali che, con le soluzioni precedenti, ammontavano a decine di migliaia di euro l’anno. Perchè il calcolo dei costi delle soluzioni tradizionali non va fatto solo sul prezzo delle licenze, ma anche su quello dell’hardware, dell’energia elettrica e delle risorse umane.

In che modo dovrebbero orientarsi alla pianificazione del budget tecnologico per il 2010?

L’allocazione del budget, anche tecnologico, delle aziende cambierà drasticamente nei prossimi anni. L’attuale congiuntura economica ha spinto le aziende, già a partire da quest’anno, a una riduzione dei costi e a un passaggio deciso a un’ottica di servizio. Sono certo che dal prossimo anno questa tendenza sarà ulteriormente accentuata. Il tema predominante sarà certamente il cloud computing, in tutte le sue accezioni. Questo per svariati motivi: maggiore misurabilità e prevedibilità della spesa, minori costi nascosti, maggiore scalabilità, diminuzione del rischio per l’azienda, dato che è il provider che se ne fa carico, possibilità di spostare risorse su attività core aziendali, basso investimento iniziale, trasferimento del costo da Capex a Opex, possibilità di innovazione continua anche in periodo di investimenti ridotti.

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