Una survey sul gap di competenze esorta il sistema formativo a forgiare persone più vicine al campo. Anche in ottica business.
Meno teoria e più pratica: il sistema formativo dovrebbe sfornare professionalità It che messe sul campo abbiano la possibilità di entrare in azione in tempo breve, non solo sotto il profilo tecnologico, ma anche su quello business.
Le esigenze emergono dalle risposte che 376 aziende hanno dato a Unisphere Research, che a gennaio ha condotto la ricerca “Closing the It skills gap: 2011 Share survey for guiding University & college It agendas” sponsorizzata da Ibm e rivolta ai membri dello user grop Share.
Il fatto centrale è che le aziende cercano giovani freschi di studio in possesso degli skill necessari per essere integrati, da subito, nei dipartimenti It.
Ma solamente l’8% degli intervistati dice di aver trovato esattamente le competenze e la prontezza all’azione che cercava.
Esiste chiaramente una discrasia fra esigenze percepite e potenzialità offerte. Non nuova, sicuramente, ma forse mai così accentuata, date le percentuali sul piatto.
A voler cogliere le connotazioni positive ci sono sul piatto la necessità delle aziende (leggasi: offerta di lavoro), quella di guardare alle nuove leve, una sostanziale idea di progresso e anche una che focalizza sempre sull’aspetto tecnico (e quindi sulla conoscenza) il requisito cercato, anche se ormai questo va compenetrandosi con l’aspetto business, che comunque afferisce sempre alla sfera della conoscenza.
Ma lo skill gap rimane, forse anche perché le aziende sono esigenti a dismisura? La questione merita un dibattito, qui aperto.
A prescindere, rimangono i dati: 3 aziende su 4 vorrebbero che il sistema education provvedesse a fornire competenze di programmazione, di analisi e architeturali subito utilizzabili. La percentuale sale per chi chiede skill di database: 82%.
Quattro su cinque chiedono competenze addirittura di problem solving.
E che non siano richieste astratte lo confermano le volontà espresse dalle aziende: il 59% ha bisogno di assumere programmatori e sviluppatori nei prossimi mesi, il 50% cerca competenze in campo database, il 43% sistemisti e il 36% architetti del software.
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