Nel mobile le opportunità per i mercati in via di sviluppo

Uno studio condotto da Cgap e Gsma analizza le prospettive del mobile banking e dei servizi finanziari in mobilità nelle ecoomie invia di sviluppo.

Saranno presentati ufficialmente la prossima settimana i risultati di una indagine condotta congiuntamente dal centro di studi economici sui paesi in via di sviluppo CGap e dal Gsma.

Secondo lo studio, i servizi finanziari in mobilità dovrebbero crescere nei prossimi cinque anni fino a raggiungere un valore complessivo di 5 miliardi di dollari.
Si tratta di una crescita esponenziale che fa di questo segmento uno dei più caldi degli ultimi tempi.

Si tratta, in sintesi estrema, di un terreno di fatto ancora vergine, sul quale poche, sporadiche e destrutturate sono le esperienze in corso.
Si è partiti nel 2007 in Kenia, con una applicazione di microfinanza in mobilità che ha finito per attrarre qualcosa come 6,5 milioni di kenioti.
E proprio sulla scia di quanto accaduto nel paese africano, gli analisti si dicono oggi convinti che nell’arco di poco tempo si potrebbero raggiunere circa 120 applicazioni differenti nei singoli mercati emergenti.

Il punto di partenza è interessante. Se si analizza il mercato africano, ad esempio, emerge il fatto che solo un abitante su cinque dispone di un proprio conto in banca.
Del resto, in zone a reddito bassissimo è economicamente poco sostenibile per gli istituti di credito promuovere l’apertura di proprie filiali.
In compenso, la diffusione della telefoonia mobile sta conoscendo crescite esponenziali.
E’ facile dunque ipotizzare un utilizzo del telefono cellulare per effettuare semplici operazioni bancarie, che vanno dal pagamento delle utenze ai veri e propri micropagamenti, che possono riguardare le corse in taxi o  qualsiasi altro bene di consumo.

La prospettiva è interessante sia per gli Istituti di credito sia per gli operatori di telefonia, interessati i primi a trovare un veicolo per penetrare in mercati di fatto poco accessibili, gli altri a sviluppare servizi che di fatto incrementano l’Arpu, con incrementi significativi della spesa media mensile per utente.

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