Nel 2015 fisco in discesa dell’1,7% per le piccole imprese

Secondo il rapporto 2015 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa, nel 2015 il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) si profila un calo dell’1,7%, passando dal 63,9% del 2014 al 62,2%. Il calo del 2015 va attribuito all’abolizione della componente lavoro dell’Irap. Un beneficio che poteva essere ben più corposo, se non fosse stato dimezzato dal maggior prelievo dell’Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori (Ivs).

Il taglio dell’Irap si è trasformato in reddito d’impresa, quindi immediatamente soggetto all’Irpef. Tornando alla riduzione possibile nel 2015, si tratta di un passo nella giusta direzione, che però aspetta conferme dalle decisioni che prenderanno i Comuni nei prossimi mesi.

Se i sindaci decidessero di compensare i tagli, già stabiliti, dei trasferimenti dello Stato centrale, rimettendo mano ai tributi locali, potrebbero attenuare fino a farlo scomparire il beneficio fiscale indotto dal taglio dell’Irap.

Tuttavia se nel 2015 la media nazionale del peso fiscale complessivo sulle piccole imprese si attesterà al 62,2%, in leggerissimo miglioramento rispetto al 2014 guardando più da vicino le 113 città italiane radiografate dall’Osservatorio, le sorprese non mancano.

La chiave delle forti differenze sta nella elevata variabilità dei valori catastali degli immobili di impresa, su cui vengono calcolate Imu e Tasi, e dalle forti differenze della tassazione sui rifiuti solidi urbani, la Tari.

A Reggio Calabria, la città prima nella classifica 2015 per fiscalità, il Total Tax Rate tocca il 74,9%, che significa -1,1 rispetto al 2014 ma +12,5 per cento sul 2011.

Bologna conferma la seconda posizione con il 72,9% (-2,2% sul 2014, +8,3% sul 2011). Terza è Napoli, con il 71,9%, quarta Roma (che l’anno scorso deteneva il poco invidiabile primato e in 12 mesi ha ridotto il peso fiscale complessivo del 2,5%) con il 71,7%, quinta Firenze con il 70,9%.

Mentre i comuni meno onerosi sono Cuneo (dove il Total Tax Rate si ferma al 54,5%, addirittura -0,8% sul 2011), Gorizia (55,2%), Sondrio e Belluno (55,3%), Udine (55,7%). Considerando la media nazionale, nel 2015 le piccole imprese lavoreranno per il fisco sei giorni meno che nel 2014. Fino al 14 agosto invece che al 20 agosto (sempre per effetto del taglio Irap). Ma se l’impresa si trova a Cuneo, dal 18 luglio ha finito di lavorare per il “socio” che si chiama fisco. E, più o meno, lo stesso vale per Gorizia (19 luglio), Sondrio e Belluno (20 luglio), Udine (21 luglio).

Se, invece, l’impresa si trova nella top ten delle città con la mano pesante sul fisco, il quadro è molto diverso e a Reggio Calabria si lavora per il fisco fino al 29 settembre, a Bologna fino al 22 settembre, a Napoli fino al 18 settembre, a Firenze fino al 15 settembre.

Alla fine la domanda più importante di tutte: nel 2015 quanto rimarrà alle imprese dopo aver pagato tasse, contributi e oneri? Su un reddito d’impresa di 50mila euro, restano – media nazionale – 18.930 euro, 889 euro più del 2014 ma ben 1.479 euro meno del 2011.

Come al solito, però, i risultati città per città sono molto differenti. A Cuneo, il Comune dove il fisco è meno esoso rimangono all’impresa 22.752 euro. Al capo opposto della classifica, a Reggio Calabria, la città con il fisco più oneroso, si devono accontentare di 12.553mila euro (577 più del 2014 ma .257 meno del 2011). Seguono Bologna con 13.530 euro, Napoli con 14.041 euro, Roma con 14.154 euro e Firenze con 14.544 euro.

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