Nel 2012 i servizi cloud varranno il 9% del mercato It

La diffusione dei servizi partita dal consumer trasformerà l’Ict aziendale. Ma la metamorfosi è complessa e non avverrà senza frizioni. In Italia un mercato da 400 milioni di euro.

Anfov, l’associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, ha recentemente organizzato un osservatorio sul tema del cloud computing, con la partecipazione di Idc, Italtel, Oracle, Ipanema Technologies, Akamai, Google e Ca Technologies.

Per Daniela Rao, Tlc Research Director di Idc Italia, e vicepresidente Anfov, di cui è co-responsabile dell’Osservatorio sul cloud computing e i managed service, il cloud è un punto di svolta radicale e un salto di qualità dell’Ict aziendale: i nuovi servizi informatici a consumo comportano modalità nuove di acquisto e di fruizione, richiedono nuove metriche di valutazione dei fornitori e modificano in profondità il ruolo del responsabile e dello staff It.

Anche dal lato dei fornitori, il passaggio dall’offerta dei prodotti su licenza all’offerta di servizi a consumo richiede una rimodulazione delle strategie, dei modelli di business, delle alleanze e delle partnership.
E questo passaggio avviene non senza contrasti e tensioni rispetto alle modalità di offerta correnti e ai canali tradizionali.

Per Rao il panorama di servizi cloud è fatto di servizi standard condivisi, realizzati per un mercato, non per il cliente singolo, configurati a “soluzione pacchettizzata”, self-service con eventuale supporto per l’attivazione, scalabili, prezzati a a consumo grazie al supporto di contatori (service metering), accessibili via Ip, basati su interfacce di fruizione standard.

In questo contesto il passaggio dall’Ict tradizionale ai servizi cloud sarà graduale, anche perché comporta frizioni sia dal lato offerta che dal versante della domanda.

L’Osservatorio Anfov offre alcuni dati di tendenza del mercato. Nel mercato business a livello globale i servizi cloud nel 2012 costituiranno il 9% del mercato totale It; in Europa occidentale varranno circa 7 miliardi di euro e in Italia quasi 400 milioni.

Tuttavia per buona parte il mercato è attualmente costituito dai cosiddetti managed service, ovvero da servizi infrastrutturali (come i servizi di back up e di business continuity) che, benché siano forniti in rete da remoto, hanno ancora modalità contrattuali personalizzate e non ancora completamente standardizzate.

Nel futuro i servizi cloud comporteranno una radicale semplificazione dei servizi It, un downsizing dell’informatica aziendale (compresi i prezzi), e la possibilità di fruire di servizi aggiornati e con elevati livelli di sicurezza.
Ma attualmente le aziende hanno difficoltà a ricorrere a soluzioni informatiche e contrattuali radicalmente nuove e considerano con attenzione, ma anche con timore, la possibilità di dipendere esclusivamente da fornitori esterni per le soluzioni core aziendali.

Le imprese sono focalizzate su fattori come la garanzia di continuità di servizio, i livelli di servizio offerti, la riservatezza e la sicurezza dei dati aziendali.
Non sempre le reti sono all’altezza delle aspettative ma, grazie alla diffusione delle reti di nuova generazione a banda ultralarga, ci sono pochi dubbi che alla fine il modello di business dei servizi cloud si imporrà con successo, a partire dalle soluzioni orizzontali, come backup dei dati e applicazioni di scrittura, calcolo e presentazione, posta elettronica certificata.

Insieme ai fornitori di applicazioni on line, i carrier e i system integrator giocheranno sempre di più un ruolo fondamentale come canale per la diffusione dei servizi a valore aggiunto.

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