Nei prossimi 3 mesi, l’86% delle micro imprese non chiederà prestiti bancari

Secondo un’indagine CGIA di Mestre, l’acuirsi della crisi economico-finanziaria ha fatto aumentare la sfiducia degli imprenditori nei confronti delle banche, che stanno cominciando a chiudere i rubinetti del credito.

E’ sempre più difficile
accedere al credito. Lo sostiene il 51,3% delle imprese italiane con meno di 20
addetti che si sono rivolte a una banca negli ultimi tre mesi. Ma non solo. Il
37% delle micro imprese ha accusato un peggioramento dei rapporti con il sistema bancario.
Sono
questi i dati più eclatanti emersi da un’indagine commissionata dalla CGIA di
Mestre a Panel Data, su un campione di 800 micro imprese distribuite su tutto
il territorio nazionale in modo proporzionale rispetto alla localizzazione
dell’aziend (Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud)

L’indagine, che si è
svolta telefonicamente tra il 13 e il 17 ottobre scorsi, intendeva verificare,
a seguito dell’aggravarsi della crisi economica e finanziaria avvenuta
in questi ultimi tre mesi, se i rapporti tra le micro imprese e il sistema
bancario sono cambiati, soprattutto se sono peggiorati
. Dalle risposte
emerse, afferma la CGIA di Mestre, viene confermata la tesi che si sospettava:
le banche stanno cominciando a chiudere i rubinetti del credito.

L’aumento dei costi, dei tassi bancari, la richiesta di maggiori
garanzie e le difficoltà sempre più crescenti nell’accesso al credito

commenta Giuseppe Bortolussi segretario
della CGIA di Mestre – sono le
cause che hanno deteriorato il rapporto
tra le piccolissime aziende e il sistema creditizio. L’area geografica
che ha maggiormente risentito di questa situazione è il Nordovest: quasi
un’azienda intervistata su due, precisamente il 48,9%, ha denunciato questo
peggioramento
”.

Anche nel settore del
credito cresce il numero degli imprenditori “sfiduciati”, ovvero di
coloro che hanno deciso, nonostante la crisi abbia accentuato i grossi problemi
di, di non ricorrere all’aiuto di una banca. Infatti, l’86,2% degli
intervistati ha dichiarato che non intende rivolgersi a un istituto di credito nei
prossimi tre mesi. “Un segnale
preoccupante
– conclude Giuseppe Bortolussi – dettato, come dimostra anche questa indagine, dalle misure sempre più
restrittive imposte dalle banche alle imprese. Pertanto, questa situazione rischia di indurre molte
imprese, soprattutto al Sud, a ricorrere a forme di approvvigionamento del
credito in maniera irregolare, con il pericolo di un forte aumento
dell’usura e delle attività estorsive
.”

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome