Nasce l’iPod index

Così come da tempo fa l’Economist con il Big Mac, una banca australiana valuta il potere d’acquisto dei consumatori nel mondo utilizzando il lettore di Apple

Non più solo un lettore Mp3 ma anche metodo per confrontare il potere
d’acquisto dei consumatori nel mondo. L’iPod ripercorre lo stesso cammino
dell’hamburger di McDonald’s e, forte del suo successo planetario, diventa uno
strumento per verificare la situazione delle valute nei vari Paesi. L’idea è
venuta alla Commonwealth Bank, una delle più importanti banche australiane, che
non ha fatto altro che imitare l’Economist, il settimanale inglese che ha
inventato nel 1996 il Mac Index prendendo come punto di riferimento il panino
con l’hamburger di McDonald’s. L’istituto di credito australiano ha preso come
punto di riferimento l’iPod Nano rilevandone il prezzo in 26 Paesi.



L’indagine mostra i prezzi della
versione

da due giga espressi in dollari Usa e indica che sono i brasiliani a pagare di più per accaparrarsi l’iPod, dovendo sborsare 327,71 dollari, una cifra ben superiore al prezzo che devono pagare i clienti indiani (222,27 dollari). In Italia il lettore costa 192,86 dollari, un prezzo che pone al 13° posto dopo la Spagna e prima della Germania.
L’iPod più economico si trova in Canada dove si paga 144,20
dollari mentre in Francia il prezzo sale fino a 205,80 dollari Gli Usa sono al
quarto posto con un prezzo di 149 dollari.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome