Nasce Aesvi, la lobby dei videogiochi

Cinque publisher si uniscono per combattere la pirateria e fare conoscere a tutti il peso di un settore che vale mille miliardi di lire

Il videogioco cresce e si fa lobby. Gli obiettivi sono tanti ma il primo è combattere la pirateria. Per questo motivo Disney Interactive, Electronic Arts, Infogrames, Microids, Ubi Soft e Vivendi hanno unito le loro sorti minacciando guerra a ragazzini e organizzazioni criminose al grido di “Saremo durissimi, copiare è un crimine”. Ma la lotta contro la pirateria non è l’unico scopo della neonata associazione che ha grandi ambizioni.

Siamo un comparto industriale con un fatturato di circa mille miliardi di lire”, proclama con orgoglio Paolo Iacono, presidente dell’associazione, secondo il quale l’Aesvi deve diventare una controparte per i referenti istituzionali (chiedendo per esempio l’abbassamento dell’Iva come invano fanno da anni le case editrici) ma anche presentare le cifre ufficiali del mercato, migliorare l’immagine del videogioco, sviluppare iniziative di comarketing con il mondo dell’entertainment e stabilire un filo diretto con il trade, uno dei soggetti più colpiti dalla pirateria per il quale ha sottolineato Paolo Iacono che ha anche la delega per i rapporti con il mondo dei dealer “è necessario organizzare un evento di settore dedicato al trade con il quale bisogna migliorare il flusso informativo”.

Per tutte queste attività sono state distribuite deleghe ai rappresentanti degli editori. La più rognosa, quella relativa alle copie pirata, è capitata a Fabrizio Vagliasindi, amministratore delegato di Microids, il quale sostiene che la lotta non è fatta tanto per salvaguardare i guadagni delle società, “ma gli investimenti. Come facciamo a investire nelle software house se poi mancano i ricavi?” si è chiesto Vagliasindi che minaccia guerra totale soprattutto alle aste online che l’Aesvi vede come uno dei principali sbocchi della pirateria. “Su uno di questi siti – aggiunge – abbiamo trovato singoli individui che avevano venduto 3-4 mila copie di videogiochi”. E non vale la scusa che i videogiochi costano troppo. “L’anno scorso Pc calcio che costa 39.900 lire è stato il gioco più copiato”.
Convinta che in Italia per essere tutelati bisogna essere “forti e uniti”, l’Aesvi preferisce però, almeno per il momento, fare a meno dei distributori (che avevano una loro associazione contro la pirateria della quale si sono perse le tracce) che rappresentano un fetta molto importante del mercato dei videogiochi. Senza contare che si segnalano per la loro assenza anche due pezzi da novanta come Sony e Microsoft

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