N° 122 OTTOBRE 2003

I dati di mercato e un’indagine di Computer Dealer & Var mostrano gli sforzi in atto per rivitalizzare il settore del networking. Wireless e security le carte vincenti. Gli ultimissimi sbocchi di business per dealer a tutto tondo

Il mercato del networking è in crisi, come tutto il settore dell’Ict
del resto, e cerca sbocchi per rivitalizzarsi nelle cosiddette nuove tecnologie:
wireless, sicurezza, Ip telephony, storage networking e content delivery networking.
Il networking tradizionale, infatti, paga l’esponenziale crescita degli
ultimi anni, che ha portato a una sostanziale saturazione del mercato.
Ormai praticamente tutte le aziende, anche in Italia, posseggono una rete e non
tutti sembrano disposti a implementare dei piani di sviluppo della stessa. Del
resto, la parola d’ordine in tutti i comparti sembra essere "consolidation",
che, comunque, significa ottimizzare quanto già acquistato e, poi, sintomatica
appare la campagna pubblicitaria di Microsoft per il proprio nuovo Windows Server
2003, che promette di dare di più facendo spendere meno.
Una fotografia confermata anche dall’esito di un’indagine condotta da Computer
Dealer & Var presso gli operatori del settore che hanno partecipato ai roadshow
organizzati da Cisco Systems a Milano, Roma, Bologna e Padova.

Interviste agli addetti ai lavori
L’indagine è stata condotta tramite questionario, cui hanno risposto
368 aziende impegnate nella progettazione, realizzazione e manutenzione di reti
Lan e Wan, soluzioni e sistemi di networking e sicurezza. La maggior parte dei
clienti, vale a dire il 78% del campione, possiede già una rete ed è
in una fase di upgrade della stessa.
Soprattutto wireless e sicurezza sono gli ambiti chiamati a svolgere un ruolo
trainante, a giudicare almeno da tre elementi: le tendenze in atto in primo luogo
negli Stati Uniti, i risultati delle numerose ricerche di mercato e gli sforzi
di marketing dei vendor. Questi ultimi sono tutti tesi a cantare le lodi di un
mondo mobile, in cui il lavoratore non è più costretto alla propria
scrivania, ma è operativo in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.
Tutto ciò, grazie alle connessioni wireless e, in particolare, a quelle
Wi-fi. Mentre la telefonia mobile di terza generazione segna il passo (secondo
l’ultimo rapporto Assinform, la crescita delle Tlc mobili pari al 6,2%,
in flessione, nell’ultimo anno è dovuta ancora alle reti Gsm di vecchia
generazione), le reti
locali senza fili sono letteralmente esplose, sia sull’onda di uno sviluppo
tecnologico, che ha visto la ratifica di nuovi standard negli ultimi anni con
conseguente aumento delle prestazioni, sia grazie, per quanto riguarda l’Italia,
all’attesa liberalizzazione dell’etere, il cui ultimo recente passaggio
ha aperto le porte agli hot spot.
Secondo un’analisi riportata da Assintel, il mercato dei dispositivi wireless
crescerà mediamente del 40% all’anno, passando dalle 18,4 milioni
di unità vendute nel 2002 a oltre 70 milioni nel 2006, mentre il giro d’affari
aumenterà del 23% annuo, segnando una crescita da 2,2 miliardi di dollari
registrati nel 2002 a 5 miliardi nel 2006.
In Italia, secondo dati Assintel dello scorso maggio, il 18% delle aziende ha
già implementato una Wlan, mentre un altro 25% la realizzerà entro
la fine dell’anno.
Che il mercato si stia muovendo lo conferma anche l’indagine di Computer
Dealer & Var, secondo cui il wireless fa parte delle attività del 61,1%
degli operatori.
Ancora più seguita è la sicurezza, le cui tecnologie rientrano nell’offerta
del 66,6% degli intervistati. Più di nicchia appaiono aree come lo storage
networking (28%) e le Cdn (16,3%), mentre l’Ip telephony si mostra più
matura, essendo trattata dal 39,9% del campione.

Sicurezza a prova di virus

Il mercato della sicurezza è sicuramente molto promettente: secondo Idc,
a livello mondiale, si passerà dai 20,31 miliardi di dollari in software,
servizi e hardware spesi per la sicurezza nel 2002 a 24,72 miliardi nel 2003,
per arrivare a 44,53 miliardi di dollari nel 2006. A crescere saranno soprattutto
i servizi con un tasso di sviluppo medio annuo del 24,3%, che li porterà
dai 9,3 miliardi di dollari del 2002 a 23,2 miliardi nel 2006.
Secondo Idc i trend italiani non si discosterebbero da quelli globali, anche se
la realtà del nostro Paese sarebbe ancora caratterizzata da un approccio
"basic". Di fatto, tutte le indagini, non solo quelle di Idc, ma anche
quelle di altre società di ricerca come per esempio Sirmi, che ha recentemente
realizzato uno studio per Assintel, confermano che in Italia sicurezza significa
soprattutto protezione dai virus. Per la stragrande maggioranza delle aziende,
gli investimenti in questo settore si limitano all’acquisto di firewall
e antivirus. Si tratta di elementi certamente necessari ed è comunque positivo
che ne siano dotati rispettivamente l’84,3% e il 99,2 per cento delle aziende
italiane, secondo dati Sirmi dello scorso giugno. Ma, se, da un lato, si può
pensare che per buona parte delle imprese questo livello di protezione è
al momento sufficiente, dall’altro viene naturale, visti anche i risultati
di molte analisi in tale direzione, ipotizzare che ci sia una netta discordanza
tra il livello di sicurezza reale e quello percepito dalle aziende. Come si evince
dall’indagine di Computer Dealer & Var, peraltro, gli operatori hanno
notevoli difficoltà a penetrare questo settore, per mancanza di personale
preparato. È stato citato in tal senso, infatti, dal 58,7% del campione,
e a seguire c’è carenza di competenze nell’Internetworking
(20,9%) e nel networking (13,3 per cento).
Verrebbe da credere, del resto, che, in generale, vada ridimensionato il fenomeno
dello skill shortage, visto che per il 18,2% delle aziende non c’è difficoltà
alcuna a reperire personale tecnico. C’è da considerare, però, che
il campione è rappresentativo di aree a elevata industrializzazione e che
è soprattutto il Milanese a non lamentarsi di carenze professionali (23,6%).

Pian piano la voce si sposta su Ip
Un’altra tecnologia di cui si è parlato molto negli anni scorsi è
quella dell’Ip telephony, che è ormai diventata una realtà.
Tutti i vendor sono, infatti, concordi nell’affermare che la maggior parte
delle nuove installazioni di telefonia ricorre a questa tecnologia, mentre è
in atto una progressiva migrazione laddove c’è un pregresso da salvaguardare.
L’offerta di prodotti rispecchia questa situazione, con un gran numero di
soluzioni ibride che consentono di passare all’Ip telephony gradualmente
o solo parzialmente.
Sembrano chiari a tutti, comunque, i vantaggi dell’adozione della tecnologia Ip.
Il 78,5% degli operatori intervistati da Computer Dealer & Var crede, infatti,
nella convergenza, contro solo lo 0,5% di scettici. Anche se il 45,1% degli stessi
ritiene che i propri clienti non siano ancora a conoscenza di tali vantaggi e
un altro 26,9% non ne è sicuro. In parte, questa contraddizione si spiega
anche con la necessità di un maggior supporto da parte dei partner di canale
richiesto proprio nell’ambito tecnologico (dal 57,6%), oltre che in quello della
prevendita (48,6 per cento).

Innovare pensando a gestire
Come accennato, la crisi economica non risparmia certo il settore delle reti,
per cui gli investimenti delle imprese sono limitati e gli operatori devono tenerne
conto, concentrandosi sui propri core business e tenendosi stretti i contratti
acquisiti, soprattutto in termini di gestione e manutenzione. Oltre i servizi
di management, non restano che le nuove tecnologie. Queste promettono margini
importanti, anche se, forse, non al livello dell’epoca d’oro dell’informatica.

Per lo più, però, si tratta di mercati che devono ancora arrivare
alla maturazione, come dimostra il fatto che pesano per meno della metà
sul bilancio dell’80,4% degli operatori intervistati da Computer Dealer
& Var, ma per il 60,6% rappresentano, comunque, una fetta tra il 10 e il 50%
del fatturato.
Sviluppi, tendenze e vantaggi delle nuove tecnologie, soluzioni e servizi del
mondo delle reti e della sicurezza sono ampiamente trattati nei report "Business
Networking 2003" e "It Security 2003" di Reportec (www.reportec.it).
Il mercato si mostra sempre più maturo dal punto di vista economico: l’investimento
per il puro gusto della tecnologia appartiene ad altri tempi. Oggi impera il bisogno
di valutare attentamente i ritorni dalle spese.
Di qui gli sforzi di molti protagonisti del settore che sviluppano misure del
Roi (Return of investment), in modo da rendere più evidenti, e anche tangibili,
i vantaggi derivanti dall’adozione delle nuove tecnologie.

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