MWC: Fortune che vanno, fortune che vengono

Quest’anno il Mobile World Congress sembra avere alcune conferme e poche vere notizie. Però mi solletica l’idea del 3D amatoriale: potrebbe essere un nuovo mercato.

La grande notizia del Mwc di quest’anno non era né grande, né notizia, né a Barcellona. In sintesi Nokia in affanno nomina come Ceo un ex Microsoft, aspetta Phone 7 e lo annuncia come terzo incomodo tra Apple e Android.
Il mercato reagisce buttando il 24% del valore dell’azienda finlandese, le cui azioni passano dall’irragionevole 11,83 del 9 febbraio alla devastante chiusura a 8,84 del 14 febbraio. Il solo 11 febbraio sono passate di mano 203 milioni di azioni a 9,36$, per un valore scambiato di 500 milioni di dollari più basso del lunedì.
Non è una cosa stratosferica: nel 2010 il rollercoaster era stato ben più mozzafiato, passando dai 15,65 del 5 aprile all’8,02 del 28 giugno.
Anche Microsoft non ha rallegrato i suoi azionisti, passando in quei giorni da 28,16 a 26,82, con un calo del 4,68% ma su volumi di scambio ovviamente molto inferiori, che non creano nessun problema.
Un altro argomento che di questi giorni catalani viene citato abbastanza spesso riguarda il passaggio al cloud computing dei servizi del settore mobile, sia quelli all’utente finale, sia quelli interni. Poiché il passaggio viene contraddistinto da un significativo cambiamento nella latenza dell’erogazione, questo sarà un elemento essenziale nel gestire la cosiddetta net neutrality: basterà gestire i servizi di base su cloud non accelerate e noleggiare per i premium lo strato di ottimizzatori ed acceleratori per realizzare due diversi livelli di prestazioni senza minimamente toccare la rete fisica. Certo sempre che le normative vengano rispettate.
Per il resto sembra che le novità del 2011 siano le conferme di quanto anticipato nel 2010. Volendo andare a scavare per trovare qualche osso sotterrato, qualcosa che ha richiamato la mia attenzione in verità l’ho trovata, e non è il facebook-fonino di Htc, che pure ha un suo perché.

Anche tu 3-Director
Non sono un grande estimatore del 3D, ed ho sempre pensato che le sue destinazioni ideali fossero il cinema, soprattutto quello di sintesi, e il gaming, ambienti dove stabiliamo noi le caratteristiche delle camere di ripresa e se non ci piacciono le cambiamo miracolosamente.
Quindi ho ritenuto risibile chi, anno dopo anno, prevedesse il successo dei televisori 3D, peggio ancora con gli occhialetti: mi ricordavano i frigoriferi con il router Adsl incorporato.
Un annuncio del MWC2011 però mi ha messo la pulce nell’orecchio: arrivano i dispositivi di ripresa 3D, tascabili, economici e talvolta incapaci di riprodurre (in 3D) ciò che riprendono.
Questo è un discorso integralmente nuovo: non si tratta di adattare contenuti preesistenti o di far convivere necessità di ripresa tradizionale e innovativa, bensì della creazione di un nuovo tipo di contenuto, il 3D-Ugc.
Un nuovo canale, coesistente con gli altri, di contenuti nei quali noi siamo i registi e quindi non dobbiamo chiederci perché quella ripresa sia stata spazializzata in quel modo fastidioso, è interessante e potrebbe prendere piede in una consistente nicchia di utenza in un tempo abbastanza rapido.
Potrebbe anche spingere all’acquisto di hardware specifico di ripresa e di riproduzione separata; creerebbe un enorme mercato di apps a pagamento per editing ed arricchimento dei contenuti; potrebbe essere veicolato su reti telematiche a pagamento, magari direttamente attraverso le ipotizzate connected Tv, in cambio di una piccola fee; e potrebbe generare tutto un nuovo mondo e marketplace basato sul 3D.
Forse riusciremo a vedere gli sviluppi direttamente in Italia, dato che Milano è tra le quattro finaliste per ospitare la rassegna magnificamente ambientatasi prima a Cannes e negli ultimi tempi a Barcellona. Certo la costa non c’è, né azzurra né catalana, ma in questo caso specifico sono ben altre le onde delle quali interessarsi.

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