Motori di ricerca: la strada di Microsoft e quella di Yahoo

Suscita perplessità la possibilità che la società paghi gli utenti per l’utilizzo dei servizi di Msn

Le dichiarazioni di Bill Gates sul possibile pagamento degli utenti per
l’utilizzo dei servizi di Msn non sono passate inosservate. E a poco è servito
l’intervento del portavoce che ha cercato di derubricare a “semplice
ipotesi”
l’idea. Gates non è un celebre “gaffeur” ma uno che parla
a ragion veduta. Per questo è possibile ipotizzare che la faccenda sia
più avanti di quel che si pensi.
Eppure i commenti non sono positivi. A
smontare l’ipotesi ci ha pensato infatti la Breackingviews di Hugo
Dixon, celebre colonna di commento ai fatti dell’economia ospitata in Italia da
Repubblica.


Secondo Dixon, in caso di pagamento in denaro, “saranno
numerosi i ragazzini appassionati di informatica di Shangai, Bangalore o Palo
Alto che cercheranno di scroccare qualche dollaro creando software capaci di
cliccare automaticamente sul motore di ricerca”
. Dixon non sbaglia. Visto
anche “l’amore” che molti utenti dela rete nutrono
nei confronti di Microsoft è facile ipotizzare che si scatenerà una
gara
per  “bucare” prima
possibile il sistema e spillare soldi a Bill Gates. 
In Italia, in
scala minore, abbiamo già avuto l’esempio di NetFraternity che prometteva soldi a chi ospitava i banner della pubblicità raccolta dalla società. Non ci hanno messo molto a trovare la soluzione per frodare il sistema. D’altronde, sostiene Dixon, la storia dei click fasulli è notoria: “Lo sa bene anche Google, che ha già appurato che il 50% dei clic nel motore di ricerca sono fasulli”.
E poi l’unica strada
rimane quella di fare un motore di ricerca migliore di Google . Strada non facile anche perché, sostiene, Olivier Ertzscheid, ricercatore in scienza dell’informazione su affordance.info siamo ormai “alla fine della ricerca come tecnologia”.


Ertzscheid prende spunto dalla notizia di Amazon che metterà
a disposizione di utenti e sviluppatori l’archivio dati di Alexa a costi
irrisori. Secondo lui questo non cambierà molto nel panorama dei motori di
ricerca perché il costo in termini di investimenti e sviluppo è
probabilmente già oggi troppo pesante
rispetto al minimo miglioramento qualitativo che si potrebbe ottenere. La barriere all’ingresso, a differenza di quanto sostiene Dixon, esistono e sono molto alte. Oggi è molto difficile fare meglio di Google. Piuttosto, suggerisce Emanuel Parody di Zdnet France, la strada da seguire potrebbe essere quella “dell’informazione prodotta dalle persone” che trova
esempio, guarda caso, in quel Del.icio.us appena acquistato da Yahoo.

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