Mobile payment in Italia, un mercato da 3 miliardi di euro

Questa la cifra prevista nel 2015. Ma numericamente i vantaggi per lo Stato potrebbero essere maggiori, se ci fosse una liberalizzazione. I risultati di uno studio commissionato dalla Fondazione Ugo Bordoni.

Sono in molti a includere la limitazione dell’uso del contante tra le misure per il rilancio dell’economia.

A poche settimane dal provvedimento attuativo che stabilisce i diritti e gli obblighi delle parti in materia di mobile payment emanato dalla Banca d’Italia, Open Gate Italia ha pubblicato ii risultati di uno studio sul Mobile Payment eseguito per conto della Fondazione Ugo Bordoni da cui emerge che il mercato in Italia potrebbe valere circa 3 miliardi di euro nel 2015.

Non solo: l’adozione dell’mPayment potrebbe apportare risorse alle casse dello Stato, valutate nella misura di 20 miliardi di euro derivanti dall’emersione del sommerso e da ulteriori 10 miliardi conseguenti dall’abbattimento dei costi di gestione del contante.

Come riporta una nota di Open Gate Italia, secondo l’ad Laura Rovizzi, operatori telefonici, grande distribuzione organizzata, municipalizzate, si attendevano dalla Banca d’Italia una spinta alla diffusione di strumenti di pagamento alternativi a quelli tradizionali: «erano tutti in attesa di un provvedimento che avrebbe potuto creare le condizioni per il loro ingresso in questo nuovo mercato».

Il provvedimento avrebbe dovuto definire con maggiore chiarezza il quadro di regole in cui la nuova figura dell’istituto di pagamento avrebbe potuto svolgere la propria attività in modo competitivo e avrebbe potuto essere un momento di innovazione.

Per Rovizzi l’occasione sembra sia stata rimandata a quando le Autorità di regolamentazione interpreteranno sempre più il proprio ruolo come promotori della concorrenza e dello sviluppo.

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