MicroStrategy fa leva sulla focalizzazione nella Bi per competere

Due anni fa la società ha dovuto procedere a una riorganizzazione che l’ha portata a concentrarsi sulla Business intelligence e a chiudere le diversificazioni avviate in precedenza. In Italia la filiale sta conoscendo una crescita continua e a due cifre.

Dal 1998, anno del suo arrivo in Italia, MicroStrategy ha conosciuto una continua crescita, costante di trimestre in trimestre, confermata anche nella seconda metà del 2001, nonostante la frenata negli investimenti It innescata dalle società. Come ci ha spiegato il direttore marketing, Pierpaolo Muzzolon, "proprio nell’ultima parte dell’anno MicroStrategy ha acquisito il maggior numero di nuovi clienti e oggi è presente in grossi progetti di società di Tlc, della grande distribuzione e recentemente anche della finanza, un settore, quest’ultimo, che comincia a darci molte soddisfazioni e dove contiamo clienti come Bnl, Credito Italiano, Mediofactoring o Fineco. È vero che oggi il mercato della Business intelligence vede l’ingresso di società di peso come Sas, ma questo non ci preoccupa ed è anzi la conferma che si tratta di un settore con un notevole futuro, come già aveva previsto MicroStrategy dieci anni fa".


Volendo analizzare la realtà del mercato della Bi in Italia, a livello competitor, Muzzolon ha fatto riferimento a Gartner e ai suoi famosi quadranti, sottolineando il fatto che "da un po’ di tempo la società di analisi ha sdoppiato le sue valutazioni sui player, differenziando in un quadrante le società che operano nelle piattaforme e in un altro quelle che offrono suite. Mentre per suite si intende una serie di applicativi, e qui le società citate tra le "leader" sono Business Objects, Cognos, e in parte Information Builders, il discorso delle piattaforme è più esteso in quanto analizza tutta una serie di requisiti, come l’architettura del software, le caratteristiche proprie del prodotto, la sensibilità verso le terze parti, il supporto da parte del vendor e la massa critica". Nel quadrante piattaforme c’è a metà strada tra i riquadri "challengers" e "leaders" Microsoft, e nessun’altra, mentre in basso nel quadrato "visionaries" troviamo assieme ad altri competitor MicroStrategy. Una valutazione che in azienda considerano corretta e che è stata influenzata anche dall’andamento dell’azione, crollata dopo la bolla speculativa di Internet. Oggi l’azione è in recupero e sulla sua crescita molto dipenderà da come gli analisti valutano i risultati di bilancio del 2001 (al momento le stime parlano di 200 milioni di dollari di fatturato, in linea con l’esercizio precedente). Questa situazione ha costretto la società riorganizzarsi, per rimediare a perdite che negli anni precedenti erano sconosciute. Quindi il top management ha puntato su una rifocalizzazione nella Bi e ha chiuso tutte quelle diversificazioni che nel frattempo aveva avviato.

La valenza delle partnership


"Anche l’etichetta di Crm non ci appartiene più – ha sottolineato Muzzolon – perché nel processo di razionalizzazione avviato preferiamo essere visti come una società che offre tecnologia e non template applicativi, area però che siamo in grado di affrontare con i nostri partner, come per esempio Accenture. Inoltre, abbiamo in parte modificato la nostra vision di prodotto: abbiamo tolto le verticalizzazioni, perché per quanto si cerchi di supportare i singoli settori di mercato, questi hanno bisogno di specializzazioni sempre più mirate, e ritenuto più produttivo collaborare con società che già operano con competenza nei singoli mercati, come PeopleSoft o Jd Edwards e aiutarle a incorporare nelle loro soluzioni la nostra piattaforma. Oppure, possiamo fornire direttamente all’azienda utente la nostra piattaforma e poi sviluppare insieme quelle personalizzazioni che sono comunque necessarie, partendo però da un approccio molto più malleabile. Va, inoltre, ribadita la capacità d’integrazione della nostra offerta, in quanto è possibile per i nostri clienti, che hanno già client di competitor, poter integrare senza problemi anche le soluzioni MicroStrategy".


"Il processo di rifocalizzazione avviato due anni fa – ha spiegato l’amministratore delegato della filiale italiana, Andrea Delvò – ci ha portato a fare una scelta coerente con i nostri obiettivi di crescita, che non mirano a un forte aumento del fatturato, ma piuttosto a creare una società che sia profittevole, dia utili e soddisfi gli investitori. MicroStrategy si è sempre autofinanziata ed è cresciuta con le sue forze, senza acquisizioni. Dalla completa focalizzazione sulla Business intelligence è, quindi, nata la piattaforma tecnologica MicroStrategy 7, creata appositamente per Internet". Tra le valenze del prodotto di Bi, sottolineate da Delvò "c’è la scalabilità, che oggi funziona per gestire 20 Mega ma anche 20 Tera. Può, quindi, essere utilizzato da diverse realtà aziendali e può crescere in linea con il volume d’informazioni necessarie alle imprese, considerando il fatto che le informazioni hanno un significato se si riesce a integrarle. Un’altra caratteristica della piattaforma è la capacità di associare l’analisi alla distribuzione virtuale. Esiste un campo applicativo molto ampio che non è solo quello dell’analisi ma anche quello di poter distribuire le analisi fatte, relativamente ad alcune informazioni, su una platea molto estesa che può andare dall’azienda, ai fornitori e a tutti i partner propri di un’impresa estesa. MicroStrategy 7, costruita su Web, permette di aprire un campo applicativo molto più vasto rispetto al passato e questa è stata una vera innovazione". Per quanto riguarda le personalizzazioni, come prima accennato, queste vengono fatte con i partner i quali, visto che la piattaforma MicroStrategy sta diventando sempre più diffusa, stanno investendo in competenze interne. Oggi, inoltre, come ha ribadito l’amministratore delegato "sta crescendo presso le aziende la consapevolezza dell’importanza di usare sistemi di Bi e anche molte Pmi hanno in budget investimenti in questa direzione. Il mercato sta aumentando, ma i fornitori, soprattutto qui da noi, si stanno selezionando e riducendo. Per quanto ci riguarda, in Italia nel 2001 abbiamo realizzato un significativo aumento su tutte le linee e dovremmo chiudere con un fatturato in crescita di circa il 20% e un valore tra i 9,30 e i 9,81 milioni di euro, realizzati con 29 dipendenti, distribuiti tra le sedi di Milano e Roma, affiancati da circa 30 consulenti". Dall’Italia, inoltre, vengono seguite altre regioni come Grecia, Turchia e Sudafrica, una nazione, quest’ultima, che promette interessanti sviluppi. "Per il 2002 – ha concluso Delvò – l’obiettivo è di consolidarci e di crescere presso una fascia di utenza sempre più ampia. Infatti in quest’ottica, verso marzo verrà presentata una nuova versione di prodotto che sarà dotata di una flessibilità ancora maggiore e per questo adatta anche a piccole realtà".

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