Microsoft rinnova il modello di licensing

Semplificazione e integrazione con i servizi di supporto alla base delle nuove modalità di vendita dei prodotti, che prevedono anche ampio spazio per il noleggio

Semplificazione, maggiore integrazione con i servizi di supporto e, infine, flessibilità, sono i driver che hanno guidato l’ampio rinnovamento effettuato da Microsoft nel proprio modello di licensing.
In sostanza, dal listino della società di Bill Gates spariranno le decine di codici e acronimi relativi a prodotti e servizi (i vari Cup, Pup, Vup e via dicendo) e ne rimarranno solamente tre, ciascuno valido per ogni tipo di prodotto: uno per la licenza, uno per la cosiddetta software assurance, della durata di due anni e, infine, uno per il bundle dei due. Nell’ordine, si tratterà delle sigle L, Sa e L&Sa.
Le tre modalità si inquadrano nel consolidato modello Microsoft per l’acquisto delle licenze in volume (come Easy Open e Open Volume per le Pmi e Select per le realtà medio grandi), al quale viene affiancata la possibilità di noleggio. Con Open Subscription License ed Enterprise Agreement Subscription, infatti, le aziende possono decidere di pagare una sorta di canone, rinunciando (almeno per il momento) al possesso della licenza. Queste due possibilità sono state ritagliate per il mercato italiano, abbassando la soglia di ingresso del numero di pc: 10 per le Pmi e a 250 per il mondo enterprise.
Con questa strategia, Microsoft intende offrire la possibilità di fruire di un servizio più completo insieme con la licenza del software, che garantisca l’accesso, anche futuro, all’ultima release rilasciata relativamente a un determinato prodotto. Non va trascurata, inoltre, l’intenzione di evitare il più possibile i rischi di pirateria, anche involontaria.
La mossa semplificherà la vita non solo ai partner di canale ma anche alle società che intendono acquisire o aggiornare il proprio installato, anche dal punto di vista del Tco. Il nuovo listino sarà pienamente operativo a partire dalla data ufficiale del primo ottobre, tanto per il mercato Pmi quanto per quello enterprise ed education. Relativamente al nostro Paese, l’iniziativa coinvolge circa 550/600 clienti di taglio medio grande e ben 56mila piccole realtà, che avranno a disposizione un ulteriore intervallo temporaneo (fino al primo febbraio) per “migrare” ai nuovi contratti, fermo restando il mantenimento delle condizioni in atto.

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