Microsoft pensa a introdurre il suo kill switch

Come già annunciato da Apple e applicato da Google, anche Microsoft potrebbe riservarsi la facoltà di rimuovere quelle applicazioni che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza degli utenti.

Continuano a trapelare informazioni sulle caratteristiche del prossimo “Windows Store” di Windows 8, del cui rilascio in febbraio abbiamo già parlato nei giorni scorsi.

L’ultima novità è che Microsoft potrebbe riservarsi la facoltà di rimuovere quelle applicazioni che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza degli utenti. La politica che il colosso di Redmond seguirà, è chiarita nelle condizioni d’uso del “Windows Store“, pubblicate in questa pagina.Nelle situazioni in cui la vostra sicurezza è a rischio oppure allorquando dovessimo farlo per motivi legali, potreste non essere in grado di eseguire applicazioni od accedere ai contenuti per i quali si fosse precedentemente acquisita od acquistata una licenza“, si legge.

Diversi osservatori hanno battezzato la nuova funzionalità come una sorta di “interruttore” (“kill switch“) a disposizione di Microsoft per disporre il blocco di tutte quelle applicazioni che non si comportassero in modo conforme a quanto stabilito.

L’esistenza di un analogo meccanismo sullo store di Apple era stata confermata circa tre anni fa da Steve Jobs. Ad oggi, però, la Mela non si è mai servita del suo “kill switch“, inibendo così l’esecuzione di talune applicazioni. I programmi che Apple ha inizialmente approvato ma che poi ha deciso di rimuovere dall’App Store hanno però continuato a funzionare e non sono state rimosse dagli smartphone dai tablet degli utenti.

Google è invece più volte ricorso al suo “kill switch” per bloccare applicazioni malevole (segnalate come foriere di malware oppure responsabili di operazioni dannose) dai dispositivi a cuore Android.

Ciò che ancora non è chiaro nel caso di Microsoft, è se l’azienda preveda di approvare o comunque esaminare singolarmente ogni applicazioni trasmessa dagli sviluppatori con lo scopo di essere inserita nel “Windows Store“.

Secondo Al Hilwa, analista di Idc, è più probabile che Microsoft segua un approccio più vicino a quello di Apple. Hilwa ipotizza una procedura di approvazione più rigorosa rispetto a quella impiegata da Google: sempre secondo l’esperto, infatti, Microsoft deve sì presentare una piattaforma aperta ma anche gantire massimo controllo e supervisione sulle applicazioni pubblicate.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome