Microsoft open? Gli analisti si interrogano

All’indomani della decisione da parte di Microsoft di rivolgersi all’Ecma prima e all’Iso poi per certificare i formati di Office, qualche perplessità e qualche consenso nella comunità degli analisti.

Reazioni controverse all’annuncio, rilasciato nella giornata di lunedì, dell’intenzione di Microsoft di rendere “aperti” i formati di file di Office.
Tra i perplessi, Ovum. Gli analisti della società si interrogano se la mossa di Microsoft riuscirà a tradursi in un formato davvero “open”. Riconoscono la tatticità della scelta, ma mantengono le riserve a meno che Microsoft non decida di cedere il controllo dei formati a una struttura indipendente.
Appare evidente, nell’analisi di Ovum, che se il controllo dei formati resta in mano a Microsoft, la società avrebbe in qualsiasi momento la facoltà di cambiarli, a danno di chiunque intenda implementarli.
Analoghe le perplessità espresse dall’Open Source Consortium.
In molti sottolineano poi come contraddittorio, rispetto al nuovo commitment verso il mondo open, il rifiuto da parte di Microsoft di supportare OpenDocument, promosso in primis da Ibm e Sun.
Più positive sono le valutazioni espresse ad esempio da RedMonk, che vede nelle dichiarazioni di Microsoft un primo passo verso una politica di maggiore consapevolezza nei confronti dell’open source.
E del tutto favorevole si è dichiarata la British Library, che vede in questa apertura di Microsoft un enorme potenziale per la distribuzione e l’accessibilità dei contenuti.

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