Microsoft è la dama più corteggiata
(seconda parte)

Ottobre 2003, Viviamo nell’era dell’ottimismo, dice qualcuno in Tv. Sembra questa la parola d’ordine degli altri protagonisti che abbiamo interpellato. In Italia si fanno solo alcune decine di migliaia di installazioni all’anno, ma ciò nonostant …


Ottobre 2003,
Viviamo nell’era dell’ottimismo, dice qualcuno in Tv. Sembra questa la parola
d’ordine degli altri protagonisti che abbiamo interpellato. In Italia si fanno
solo alcune decine di migliaia di installazioni all’anno, ma ciò nonostante
le aziende che abbiamo interpellato sono soddisfatte. Tra i produttori di terminali
più o meno sconosciuti spicca Hp che ha ereditato dall’acquisizione di
Compaq la linea di macchine T20, T30 e gli ultimi T5000, come ci racconta Andrea
Astolfi
, area category manager di monitor, thin client e desktop option
di Hp Italia: «Oggi siamo l’unico player del mercato che propone tutte
le possibili soluzioni client. Questo settore rappresenta per noi un’opportunità
decisamente interessante»
. Hp ha dalla sua delle ottime macchine,
facilmente scalabili e performanti. «I nuovi modelli T5000 possono
integrare una scheda video Pci opzionale che ne migliora le performance video

– prosegue Astolfi – superando il tradizionale limite della bassa risoluzione
e sono in grado di sostituire un pc in qualsiasi ambiente»
. Nel settore
è forte la concorrenza dei piccoli assemblatori che propongono macchine
a basso costo. Hp risponde con l’affidabilità di un brand affermato e
con una rete di partner competenti. «A oggi abbiamo circa una decina
di partner certificati
– ci dice Astolfi – per l’ambiente terminal
server, con particolare focalizzazione sui thin client, e abbiamo intenzione
di ampliarne il numero. Insieme al canale studieremo e agiremo in maniera capillare,
proponendo soluzioni specifiche per i settori manufatturiero, banking, service
industries, call center, istruzione e sanità»
. Ma il successo
di una Hp in questo settore è determinato anche da quello che un colosso
può mettere sul tavolo: «L’ampiezza dell’offerta Hp
prosegue Astolfi – ci permette, ove possibile, di proporre l’implementazione
di architetture miste pc/thin client. In un’azienda-tipo, possiamo così
ipotizzare che l’amministrazione, il marketing, la produzione e la logistica
siano gli ambienti più adatti per i thin client. I progettisti e la forza
vendita avranno, invece, bisogno di desktop o di notebook»
.

Ottimista il distributore
Dopo un produttore, la parola al più importante distributore in ambito
server based computing. Marco Lorefice, direttore marketing di Ready Informatica,
che distribuisce i marchi Citrix, Wyse, ChipPc e CompuMaster, è un altro
ottimista: «Le vendite hanno cominciato a crescere con soddisfazione
con l’avvento dei servizi di terminale inclusi in Windows NT 4.0, l’arrivo di
Windows 2000, l’abbattimento dei costi di produzione dei terminali, e la nascita
di una vera concorrenza sul mercato le hanno fatte esplodere»
. Sarà,
ma intanto in termini di crescita siamo indietro rispetto ad altri mercati europei,
come la Gran Bretagna, la Francia e i Paesi Scandinavi. Perché? «Le
aziende italiane percepiscono il thin client come un oggetto poco performante
e con limitate possibilità di utilizzo negli ambienti di lavoro

– ci dice Astolfi -. Per questo Hp sta mettendo a punto diverse attività
di formazione per spiegare ai clienti i reali vantaggi di questi dispositivi»
.
«Un secondo step – aggiunge – sarà quello di creare
supporto specifico e verticale sui thin client rivolto ai clienti, ma anche
ai partner di canale»
.
Lorefice è d’accordo sui limiti "culturali": «Alcuni
sono convinti di perdere potere sulla propria postazione di lavoro, mentre altri
non tengono in giusto conto i forti risparmi di gestione e l’aumentata sicurezza»
.
E l’arrivo di Windows Server 2003?: «Windows 2000 ci aveva aiutato
a crescere
– conclude Lorefice -, penso che Windows 2003 darà
un ulteriore sviluppo al settore»
.

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