Mercato dei Pc energie senza scosse

Analisi di un comparto che non soffre la crisi anche se perde sui prezzi. Che riscopre il desktop ma non disdegna il mobile. La parola ai vendor dopo il “terremoto” Acer

Sono 39,1 milioni i pezzi prodotti da Dell; 38,8 quelli che Idc certifica per Hp e 20 milioni quelli che Acer conterà nel dopo “Gateway”. Segue Lenovo con 16,6 milioni di unità prodotte. Sono questi i numeri legati alla produzione di pc a livello mondiale.

E per la gioia dei produttori Gartner afferma che le spedizioni mondiali di computer starebbero mostrando addirittura un trend di crescita del 12,3% nel 2007, mentre nel 2008 dovrebbero attestarsi intorno all’11 per cento.

Certo, le recenti fluttuazioni dell’economia globale, come ricorda George Shiffler di Gartner, rischiano di addensare qualche nube sulle previsioni più ottimistiche. Il trend dei desktop potrebbe rallentare un po’ all’inizio del 2008, pagando dazio per la vivacità dimostrata nella prima metà del 2007, per poi ripartire in linea con le stime già stilate.

La spinta maggiore proviene ancora dai pc portatili, che stanno conquistando il mercato grazie alla discesa dei prezzi e l’incremento delle prestazioni, cui bisogna aggiungere la diffusione delle connessioni wireless.

Ma sono i mercati emergenti che supportano la diffusione totale del comparto, coprendo il 70% della crescita dalla prima metà del 2006 allo stesso periodo del 2007. Gartner si aspetta, invece, un incremento unitario del 7% nei mercati maturi (nel 2007-2008) e del 18,6% in quelli emergenti, sempre nel medesimo lasso di tempo.

Con dati e tendenze sotto stretta sorveglianza, le mosse della concorrenza sono fortemente monitorate dai vendor. E se la cronaca di questi ultimi due mesi ha lanciato alla ribalta le mosse di Acer, gli altri player non stanno di certo a guardare.

C’è chi plaude al merger perché, conoscendo “i poteri delle riorganizzazione”, sa che nel breve periodo ci saranno spazi da presidiare con maggiore attenzione, ma anche da conquistare, magari. C’è chi fa riferimento a standard che oltrepassano i confini (e le geografie produttive) per farsi eleggere a prodotto di valore.

Lo spiega meglio Mauro Catalano, transactional business director di Lenovo Italia: «Sempre di più non ci sarà distinzione tra produttore americano, cinese, giapponese, taiwanese, ma ciò che farà la differenza sarà la possibilità di avere a disposizione i migliori talenti, i migliori materiali e le migliori competenze, indipendentemente da dove siano reperibili».

E poi ci sono brand (ovvero tutti) che costano come una volta costavano i no label (soprattutto nel caso dei desktop). E così si sono fatti gioco della concorrenza “dei cantinari”. Ma c’è chi fa spallucce: Luca Rossi, neo country manager per l’Italia di Asustek, non pare essere particolarmente turbato.

Nel senso che non crede che la mossa di Acer possa in qualche modo interferire con il procedere del business di Asus: «Abbiamo ambiti diversi che non si scontrano – ribadisce il manager -. Gateway potrà dare fastidio al mercato statunitense, ma dubito che possa rappresentare un competitor in Europa, e men che meno in Italia, mentre Packard Bell si posiziona su un’offerta complementare alla nostra, essendo presente quasi solo nel retail e su fasce di prezzo diverse dai nostri notebook, che invece si collocano su un livello “premium”».

E ci sono strategie che guardano all’evoluzione di un prodotto che, maturo lo è di certo, ma ciò non significa che non si vende più. Magari lo si vende in maniera diversa, avvicinandolo a un prodotto thin client (ancora nel caso dei desktop).

Questa è una delle strategie forti di Hp. Assieme a quella di prodotti dal massimo design. Agostino Santoni, general manager Hp, scommette «sul brand e sulla scelta di avere un modello di vendita diverso per cliente».

Perché tra diretta e indiretta, almeno sui pc, la guerra si è forse un po’ raffreddata o, come dice Santoni, «gli animi sono meno presi dall’emotività». Perché è cambiato non solo il prodotto, ma anche il modo di venderlo (e questo anche se i pc brand hanno ormai prezzi da no label. Anzi.

«Il nuovo indirizzamento dei pc desktop o meglio l’ultimo miglio della vendita dei pc – sono ancora parole di Santoni – verso l’ambito dei thin client o dei blade pc si sta dimostrando una buona ricetta con quasi due milioni di unità potenziali».

E poi c’è l’ottima performance dell’offerta degli Smart phone, visti qui come client It, «non si tratta di venderli come telefonini, ma come veri e propri pc che danno la possibilità ai Cio di gestirli come pc».

Ma c’è anche chi in un mercato che corre e per il quale «è un processo naturale la creazione di grosse realtà produttive – come commenta Giuseppe Magni, marketing director di Fujitsu Siemens Computers -, decide di partecipare alla corsa, ma con un occhio di riguardo all’ambiente.

«Affinché il pc possa diventare effettivamente una commodity per gli utenti, traducibile in prodotti a prezzi bassi e con dinamiche produttive ottimizzate, è normale che alcuni vendor cerchino di trovare nuovi ambiti o nuove dimensioni aziendali – dichiara il manager -. Il pc è destinato ad avere un utilizzo diverso che in passato e, grazie ai nuovi prezzi, sta facilitando il suo ingresso nelle case (e in molte aziende), dove può diventare il “cuore” per gestire tutti i vari dispositivi digitali presenti».

Ed è proprio su questo nuovo ruolo del pc che il vendor ha basato i nuovi prodotti che ha presentato per la fine dell’anno, dai quali è possibile gestire i contenuti multimediali contenuti nei vari device presenti in una casa, attraverso una connessione Lan.

Ma sopra tutte le tecnologie, Fujitsu Siemens mette il “bollino verde” che sta sempre più contraddistinguendo la propria produzione. «L’attenzione all’ambiente è un trend forte in tutta Europa, e anche in Italia si sta mostrando sensibilità – riprende Magni -, nonostante nel nostro Paese vi siano ancora molte lacune dal punto di vista legislativo, che rallentano il processo di accettazione, anche culturale, da parte dell’utenza».

Ma il vendor non demorde, e già da tempo si preoccupa di avere la certificazione “green” su tutti i suoi prodotti, vale a dire l’utilizzo di energia pulita per la produzione, di imballaggi ecologici, fino al risparmio energetico (fino al 30%) garantito dall’utilizzo dei suoi pc, riciclabili a loro volta fino al 90 per cento.

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