Meno tecnici nelle decisioni

Il campione dell’indagine conferma la diversificazione nel processo di scelta.

I risultati della nostra annuale inchiesta “Scenario EDP” sul grado di soddisfazione degli utenti nei confronti dei principali prodotti hardware e software, confermano pressoché in toto le tendenze espresse lo scorso anno e cioè che le decisioni informatiche restano sì di competenza degli “addetti ai lavori”, ma sono sempre più vincolate ad una strategia aziendale ben precisa e determinata oltre che da valutazioni tecniche, anche da considerazioni economiche, organizzative e soprattutto gestionali.


Ciò significa che agli informatici è certamente lasciata “l’ultima parola” per tutto quanto concerne gli aspetti meramente tecnici e tecnologici, ma la globalizzazione, cui facevamo cenno già lo scorso anno, è la vera chiave di lettura della nostra inchiesta: l’informatica infatti è una componente aziendale, che condiziona pesantemente sia la gestione che gli sviluppi in termini di strategie, per cui non può essere delegata completamente ai soli tecnici, ma deve entrare a far parte di un disegno aziendale più generale e, come tale, “globale”.



Continuità con il 2000


Dunque una serie di risultati nel segno della continuità e della riconferma circa il ruolo che l’informatica sta occupando nel contesto del mondo del lavoro: è dunque ancor più importante analizzare con attenzione le caratteristiche principali del campione, che, con le proprie risposte, ha contribuito a tracciare e delineare questo scenario EDP 2001.


La distribuzione geografica delle risposte è quest’anno cambiata: il Nord ha perso ca 10 punti attestandosi attorno al 75%, mentre Centro e Sud, comprese le isole, si sono equamente ripartite la differenza, portandosi rispettivamente al 15% ed al 10%. Anche la distribuzione regionale subisce qualche cambiamento: se la Lombardia ed il Triveneto mantengono rispettivamente il primo e il secondo posto, il Piemonte scavalca l’Emilia Romagna, a sua volta seguita dal Lazio. Analoghe considerazioni per quanto concerne la classifica delle città, nella quale Milano conserva abbondantemente il primato, ma questa volta è seguita da Bologna e Vicenza, poi, a pari merito, da Torino e Roma, e quindi da Treviso e Bergamo.


Perfettamente in linea con quelli dello scorso anno sono invece i risultati relativi alla definizione del luogo. Anche nel 2001 oltre l’80% delle risposte arrivano dalla sede nazionale delle società, poco meno dell’11% da uno stabilimento di produzione: la restante percentuale è parimenti divisa fra filiale e sede secondaria.


Come già anticipato dunque i risultati offrono una immagine di continuità, che peraltro facilità la comparazione fra i dati di quest’anno e quelli del 2000: il campione nei due anni si è mantenuto perfettamente omogeneo, quindi più facilmente confrontabile.


E veniamo alle caratteristiche relative alle aziende che hanno risposto al nostro questionario. Dal punto di vista strettamente giuridico, le SPA rappresentano poco meno della metà e le SRL superano di poco un quarto del campione: il resto è appannaggio di SAS, SNC, SCARL e società individuali. Molte delle SPA e delle SRL appartengono a gruppi, soprattutto multinazionali, anche se non mancano le rappresentanze di alcune note aziende nazionali.


Un cenno anche al capitale sociale dichiarato. Oltre un terzo della società ha un capitale sociale inferiore ai 5 miliardi, circa 10% ha si posizione nel range compreso fra i 5 ed i 10 miliardi ed un altro 5% si attesta oltre i 10 miliardi. Il resto non ha dichiarato questo valore.


Ed ora i dati relativi ai due parametri classici, utilizzati per definire le caratteristiche principali delle aziende che hanno partecipato alla nostra inchiesta: numero dipendenti e fatturato. Per quanto concerne il primo dato, quasi il 40% delle società ha meno di 50 dipendenti, poco superiore al 20% è la percentuale di quelle che hanno fra i 50 ed i 100 dipendenti, poco meno del 30% ha fra i 100 ed i 500 dipendenti, mentre si avvicina al 10% la percentuale delle società con oltre 500 dipendenti.


In termini di fatturato invece, il 57% circa fattura un importo inferiore ai 50 miliardi, il 18% circa ha dichiarato una cifra d’affari compresa fra i 50 ed i 100 miliardi, il 12% circa ha un range di fatturato fra i 100 ed i 500 miliardi, mentre sono quasi il 10% le società che si posizionano oltre i 500 miliardi.


Dunque, incrociando i due risultati, ci sembra che, in termini di dimensioni aziendali, la nostra inchiesta sia più che rappresentativa: sono infatti presenti in maniera proporzionale sia le piccole, che le medie, che le grandi aziende.


E chiudiamo l’analisi del campione con i risultati relativi al settore merceologico in cui le società operano. Anche quest’anno il primo posto va all’industria meccanica e metallurgica con oltre il 20% delle risposte, seguita però dall’ITC (Informatica, elettronica, tlc) con quasi il 14% e dal commercio e grande distribuzione (poco meno dell’11%). Seguono poi, nell’ordine, l’industria chimica e farmaceutica, l’industria estrattiva, edilizia, costruzioni, l’industria tessile e abbigliamento. In calo invece, rispetto allo scorso anno, le risposte dalla pubblica amministrazione e dalle assicurazioni, banche e finanziarie.



Molte risposte dagli informatici


Terminata l’analisi dei dati per così dire strutturali e istituzionali, passiamo invece ai risultati riguardanti le figure professionali, che hanno “fisicamente” risposto alle nostre domande.


Quest’anno la prevalenza degli informatici è stata più netta rispetto al 2000. Infatti, se la percentuale relativa ai responsabili dei sistemi informativi si è attestata attorno al 40%, al secondo posto troviamo il capo centro (quasi 13%) e solo al terzo il top management (Presidente, Amministratore, Direttore generale). Crescono invece le risposte da parte dei responsabili software (ca 7.5%) e dei responsabili delle reti (circa 5%). Da notare infine che le figure professionali sono tutte presenti, a conferma che i giudizi espressi rappresentano davvero la “globalità” delle opinioni.


E concludiamo con l’aspetto decisionale. Fermo restando che nella stragrande maggioranza dei casi è ovviamente il responsabile dei sistemi informativi che prende le decisioni in termini informatici per tutta l’azienda, i risultati di quest’anno indicano, comunque, una marcata tendenza al decentramento decisionale, almeno per quanto concerne la propria sfera professionale. Sono, infatti, aumentati i quadri intermedi, che si sono dichiarati autorizzati a decidere in termini di pc e di mini per la propria divisione o ufficio: ciò significa, come abbiamo premesso, che, pur nell’ambito delle singole responsabilità, esiste un unico punto di riferimento aziendale, a cui le singole unità fanno capo. In altre parole, il decentramento va bene, ma, per evitare che ciò si trasformi in una sorta di giungla informatica, è indispensabile che in azienda esista una strategia informatica, cui ciascun responsabile deve attenersi, seppur nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità.


Questa dunque, in estrema sintesi, la conclusione di scenario EDP 2001: vedremo se il mondo informatico saprà conservare queste caratteristiche anche per il prossimo anno, o se le continue evoluzioni, sia tecniche che strutturali, porteranno qualche cambiamento a questa situazione, oggi abbastanza consolidata.

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