Meno Roma più Milano. Ecco la nuova Assinform

Il neo presidente Paolo Angelucci detta la linea. Più attenzione al manifatturiero e alla finanza per le imprese

Per Assinform è l’ora della discontinuità. Archiviata la presidenza di Ennio Lucarelli è la volta di Paolo Angelucci. Ai modi felpati dell’ex presidente avvezzo ai palazzi romani succede un frequentatore di Confindustria che da circa 25 anni percorre i corridoi dell’Associazione degli industriali e che proprio ai suoi colleghi vuole guardare con più attenzione.


La nuova Assinform tiene infatti alta la bandiera della lotta contro l’in house, chiede una battaglia più efficiente ma l’impressione è che sia molto una questione di principio, mentre il vero impegno è riservato al manifatturiero.


Meno Brunetta e più Marcegaglia, e se vogliamo un po’ meno Roma e un po’ più di Milano. Non si tratta di un Assinform in salsa leghista, ma di un’associazione che prende atto dell’insuccesso della strategia degli ultimi anni e prende nuove strade.


Nessuno indica colpe particolari alla gestione Lucarelli che ha cozzato contro la sordità di un paio di governi appartenenti a entrambi gli schieramenti, ma è ora di cambiare strada. E in questo senso una delle deleghe chiave sarà quella affidata ad Alvise Braga Illa di Txt E-solutions che, partendo dai rapporti intessuti in questi anni con il mondo della finanza, avrà il compito di apre un varco con le banche per le aziende It ma anche quelle clienti.


Molto ci sarà da lavorare anche con gli industriali, che Angelucci non esita a definire “vecchi” per quanto riguarda il rapporto con l’It, con i quali il primo banco di prova arriva con la Tremonti Ter.


In attesa della discussione parlamentare la nuova Assinform lavora da una parte con il governo per convincerlo che hardware, ma soprattutto software e servizi, devono fare parte della nuova normativa per favorire gli investimenti delle imprese e dall’altra deve evitare il muro contro muro contro la meccanica che versa in condizioni peggiori dell’It, è molto più made in Italy, e ha poca voglia di cedere del potenziale fatturato che deriverebbe dall’allargamento della tabella degli investimenti possibili.


La più grande battaglia della mia presidenza, spiega Angelucci sarà convincere tutti che l’It è un’industria.


E intanto sogna un fatturato di settore che passa da 20 a 36 miliardi di euro, un altro bando di Industria 2015 per l’It, e promette l’impegno dell’associazione sullo sviluppo della domanda e dell’offerta It, la Next generation network ed Expo 2015.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome